C'è ancora neve, ma gli impianti chiudono
«Probabili precipitazioni sparse, nevose oltre i 1.000 metri circa». Che ci faccia piacere o pure no, così recita Meteotrentino per oggi, 8 aprile. Questo lungo inverno sembra non finire mai, se non per gli impianti di risalita che ieri, per la maggior parte, hanno spento definitivamente i motori. Soltanto poche stazioni - o meglio: alcuni impianti di qualche carosello - rimarranno aperti ancora per una settimana
«Probabili precipitazioni sparse, nevose oltre i 1.000 metri circa». Che ci faccia piacere o pure no, così recita Meteotrentino per oggi, 8 aprile. Questo lungo inverno sembra non finire mai, se non per gli impianti di risalita che ieri, per la maggior parte, hanno spento definitivamente i motori.
Soltanto poche stazioni - o meglio: alcuni impianti di qualche carosello - rimarranno aperti ancora per una settimana.
Nella zona della valle di Fiemme rimangono aperte soltanto le liste di Obereggen , Pampeago , di passo Rolle e del Cermis fino al 14 aprile.
Poi a Pampeago verrà mantenuta in funzione la seggiovia che serve la pista Agnello fino a venerdì 19 per permettere alle ditte del pool che segue la Nazionale di sci alpino di far testare il materiale della prossima stagione a giornalisti e gente del mestiere.
«Ma anche se continua a nevicare, non è più conveniente tenere le piste aperte» spiega Piero Degodenz, direttore degli impianti di Pampeago e presidente dell'Apt. Il quale traccia un bilancio di luci e ombre per quanto riguarda la stagione che si èe di fatto conclusa ieri. «Ci sono state ben 56 giornate in cui ha nevicato, due soli week end con il sole. Il brutto tempo ci ha fatto perdere sia il ponte di Sant'Ambrogio che quello di Pasqua». Se poi si aggiunge che per due settimane gli alberghi della valle sono stati monopolizzati dai Mondiali di sci nordico, ecco che il quadro è completo. «Non possiamo dire che è stata un'ottima stagione, però vista la crisi, il tempo e i Mondiali ce la siamo cavata più che bene» afferma Degodenz, che naturalmente spera di recuperare l'investimento sui campionati di sci nordico nelle prossime stagioni.
«Ora chiudiamo perché sulle piste, nonostante ci sia ancora tanta neve e in ottime condizioni, non ci viene più nessuno. Negli ultimi giorni avevamo soltanto qualche scozzese e dei belgi».
Calcolando che mantenere aperta una seggiovia costa almeno 1.500 euro al giorno, una stazione sciistica spende tra i 60 e i 70 mila euro a settimana: in questo periodo i costi non si pagano. Quindi si chiude.
«Quest'anno con la Pasqua a marzo c'era la speranza di lavorare e invece è andata com'è andata». In valle di Fiemme la crisi si vede soprattutto sulle settimane bianche: «Gli stranieri e i turisti delle gite domenicali ci sono - conferma il presidente dell'Apt -. Sono mancati gli italiani delle settimane bianche e dei fine settimana lunghi».
Impianti chiusi anche in valle di Fassa , con l'esclusione della Marmolada , dove si potrà sciare fino al 5 maggio.
Ieri c'è stata la «festa d'addio» al Belvedere, sopra Canazei. «L'innevamento è ancora ottimo, ma non c'è più domanda - conferma il direttore dell'Apt Andrea Weiss -. Nei numeri la stagione ha tenuto bene, ma non possiamo non notare un impoverimento della capacità di spesa che fa calare drammaticamente i margini di guadagno delle aziende».
Spostandoci in Trentino occidentale, piste chiude da ieri sul Monte Bondone e a Pejo , mentre si scierà ancora per una settimana su alcune piste di Folgarida Marilleva e nella zona di Spinale e Grosé a Madonna di Campiglio. «Far girare gli altri impianti non avrebbe senso - osserva il presidente dell'Apt locale Marco Masé - visto che nemmeno questa settimana ci sarà un gran sole».
Nella regina delle Dolomiti la stagione è andata tutto sommato bene «pur con qualche dato diverso dal solito che va interpretato» spiega Masé. Il dato è quello della crisi che morde più nel Bel Paese che altrove: «Meno italiani e più stranieri, ma almeno - dice Masé - noi abbiamo avuto la fortuna di ampliare il bacino, arrivando a toccare ben 54 mercati».
Tornelli fermi da oggi anche in Paganella . «In effetti - spiega dall'Apt Tullio Bottamedi - quest'anno la neve sarebbe ancora abbondante ma il meteo certo non invoglia e allora è meglio chiudere. Per noi, per altro, numeri ottimi: più 11% di arrivi e più 5% di presenze grazie all'incremento dell'estero».