«Serve l'autorevolezza di Alberto Pacher»
L'Unione per il Trentino non ha ancora abbandonato la speranza di un ripensamento di Alberto Pacher e l'intervento del presidente della Provincia, che due giorni fa nella sua intervista all'Adige si è rivolto al Pd, chiedendo al suo partito di dire «se riconosce il percorso fatto dal centrosinistra autonomista in questi 15 anni» e «i risultati politici della giunta», ha alimentato la convinzione che forse Pacher è ancora disposto a impegnarsi per la tenuta della coalizione. Flavia Fontana, segretaria provinciale dell'Upt, rilancia infatti questa opzione, sempre che esista ancora
L'Unione per il Trentino non ha ancora abbandonato la speranza di un ripensamento di Alberto Pacher e l'intervento del presidente della Provincia, che due giorni fa nella sua intervista all'Adige si è rivolto al Pd, chiedendo al suo partito di dire «se riconosce il percorso fatto dal centrosinistra autonomista in questi 15 anni» e «i risultati politici della giunta», ha alimentato la convinzione che forse Pacher è ancora disposto a impegnarsi per la tenuta della coalizione. Flavia Fontana, segretaria provinciale dell'Upt, rilancia infatti questa opzione - sempre che esista ancora - e avverte gli alleati a valutare bene un irrigidimento sulle primarie a tutti i costi perché: «Il rischio è che si finisca come a Pergine: dobbiamo invece lavorare come per le politiche sul Senato: è stata dura ma alla fine siamo rimasti uniti e il risultato c'è stato».
Segretaria Fontana, perché insistete con Pacher?
Per noi è importante rivendicare con orgoglio il buon governo di tutti questi anni con Lorenzo Dellai e che anche Pacher ha chiesto di riconoscere. Ci tengo a sottolinearlo a fronte di affermazioni come quelle di Mattia Civico o di Zeni, che parla di discontinuità. Penso invece che serva continuità, con autorevolezza, nell'autogoverno del Trentino, mentre è naturale che la discontinuità, se vogliamo chiamarla così, starà nelle soluzioni nuove che dovremo trovare per affrontare una situazione molto cambiata dalla crisi e dal calo di risorse. Pacher rappresenta questa continuità di governo e la capacità di mediazione.
Se Pacher confermasse il no, l'Upt ha un suo candidato?
Noi ne discuteremo lunedì in coordinamento del partito. Non buttiamo lì un nome per bruciarlo nel calderone come altri.
Ma lunedì non dovete trovarvi con la coalizione per decidere se c'è l'intesa su un nome (e non c'è) o fare le primarie di coalizione?
Non credo che ci troveremo lunedì e comunque, anche se si decidesse di fare le primarie sarebbero il 16 o il 23 giugno, quindi abbiamo qualche giorno.
Voi siete favorevoli alle primarie o come dicono i vostri alleati non volete farle per paura di sfigurare?
L'Upt è una forza politica di governo centrale e di cerniera che ha tenuto insieme in questi anni la coalizione. Non abbiamo paura delle primarie, ma sono d'accordo con Nicoletti quando dice che "la vera sfida è quella d'autunno". E noi alle elezioni dobbiamo riuscire a presentarci come una coalizione coesa con un leader condiviso. Per questo diciamo che dobbiamo stare attenti alle primarie, perché non garantiscono coesione e condivisione. Ciò non toglie che, se non si trovasse un'intesa su un nome, ci si possa confrontare nelle primarie purché tutti con pari dignità.
È vero che all'Upt non andrebbero bene Zeni o Borgonovo Re come candidati presidente?
Noi pensiamo che se dovessero farsi le primarie il Pd dovrebbe presentarsi, come noi, con un nome solo, quindi spetta al Pd fare sintesi al suo interno. Il segretario Nicoletti non ci ha mai fatto nomi, salvo di chi già ha avuto esperienza di governo.