Prezzi delle case  giù ma restano alti

Marco Gabardi, presidente di Anama - associazione nazionale agenti e mediatori d'affari aderente a Confesercenti del Trentino spiega: «La Bolghera è un quartiere che tiene sempre molto bene. È un rione interessante e chi ha la fortuna di dover trattare alloggi qui, non fa fatica. Spesso capita che arrivino i clienti da soli, senza bisogno di cercarli. La stessa cosa succede a Martignano o a Povo. Il centro storico invece un po' meno, perché ha tenuto prezzi molto alti e poi c'è il problema del garage o del terrazzo, che spesso mancano».

di Stefano Piffer

vendesi casa appartamento TRENTO - Per chi può, questo è il momento più propizio per comprare casa. Il mercato immobiliare soffre e così, chi vende si vede costretto a ritoccare il prezzi, anche di molto. Anzi, secondo l'ultimo rapporto Nomisma, un momento così favorevole non ci sarà più, visto che dal 2014 è previsto un recupero degli affari e le quotazioni scenderanno molto più lentamente.
E se i prezzi delle case a Trento continuano a fare sempre paura anche in seguito alla prudenza delle banche che non sono propriamente disposte a concedere mutui a cuor leggero, un segnale concreto di cambiamento di tendenza parrebbe arrivare dal portale di riferimento per il mercato della casa, immobiliare.it. Nel giugno 2013 sarebbe stato infatti toccato il prezzo più basso richiesto di media a Trento: 2890 euro (3008 euro nel giugno 2012, 3112 nel giugno 2011).
Marco Gabardi, presidente di Anama - associazione nazionale agenti e mediatori d'affari aderente a Confesercenti del Trentino - quando si parla di numeri è prudente: «Le medie vanno sempre prese con le dovute cautele - conferma ai microfoni di Radio Dolomiti - visto che 2890 euro di media, significa che ci sono alloggi venduti anche a quattro mila euro. Comunque, è vero che c'è stato un contenimento dei prezzi, si parla fino a 500 euro al metro in meno rispetto a quello che dovrebbe essere l'andamento ordinario. Dopo un 2012 orribile, da febbraio a oggi c'è una ripresa delle vendite. Soprattutto degli appartamenti meno costosi. In media si spendono 180, 200, più raramente 300 mila euro. Adesso con le agevolazioni deliberate dalla Provincia per incentivare il mercato immobiliare, sono ritornate le mail, le telefonate le richieste che erano anni che non si vedevano più».
Ma una volta non si diceva che a essere venduti erano solamente gli appartamenti di pregio?
«Il fatto che si vendano immobili di pregi a costi elevati è vero, ma adesso c'è anche la pretesa di una corrispondente qualità, con una clientela sempre più selettiva. Pensiamo all'ex Michelin: è impensabile oggi collocarsi in una fetta di mercato di lusso quando non abbiamo i bagni finestrati. Il cliente che è disposto a spendere 600 mila euro c'è ancora, ma vuole tutte le comodità».
Avrà problemi a decollare l'ex Michelin? 
«Secondo me, sì. Ma non è solo un'impressione personale, è confermata da tutti i miei associati e non. Tutti sono scettici in merito a questo decollo. Hanno fatto le cose in grande, ma alla fine le vendite e i numeri sono quelli. E poi i problemi dei clienti che vanno lì sono gli stessi di quelli che guardano anche altre zone: adesso chi compra è attentissimo, calcola le spese condominiali o la disposizione degli interni. La scatola molto bella fuori non è sufficiente per poter vendere con facilità. Lo stesso discorso che si fa per l'ex Michelin, vale per le Corti Fiorite in Clarina, anche se i numeri di cui si parla vanno presi con le pinze, è pericoloso basarsi solo su quelli».
E dove si vende soprattutto?
«La Bolghera, ad esempio, è un quartiere che tiene sempre molto bene. È un rione interessante e chi ha la fortuna di dover trattare alloggi qui, non fa fatica. Spesso capita che arrivino i clienti da soli, senza bisogno di cercarli. La stessa cosa succede a Martignano o a Povo. Il centro storico invece un po' meno, perché ha tenuto prezzi molto alti e poi c'è il problema del garage o del terrazzo, che spesso mancano».

comments powered by Disqus