Mosna: «Le condizioni per la mia candidatura»

Ieri l'imprenditore di origine nonesa Diego Mosna ha deciso di mettere on line sul suo profilo Facebook le condizioni irrinunciabili per una sua eventuale partecipazione alle elezioni provinciali di ottobre quale candidato presidente. Tre punti, chiari e indiscutibili: "solo la condivisione esplicita di queste condizioni senza “se” e senza “ma”, costituirà la base per una mia eventuale partecipazione alle imminenti iniziative (un libro dei sogni? Lo vedremo…..). In questo senso valuterò con interesse le proposte di agenda che mi verranno sottoposte"

Ieri l'imprenditore di origine nonesa Diego Mosna ha deciso di mettere on line sul suo profilo Facebook le condizioni irrinunciabili per una sua eventuale partecipazione alle elezioni provinciali di ottobre quale candidato presidente.

 

LA LETTERA SU FACEBOOK

Da: Diego Mosna
A chi è interessato al nostro futuro

A tre mesi dall’importante scadenza elettorale che coinvolge la nostra Provincia, ritengo opportuno formulare alcune brevi note di chiarimento. L’obiettivo è quello di evitare fraintendimenti o dubbi interpretativi che rischierebbero in questo momento di aggrovigliare ulteriormente la già intricata matassa delle candidature, facendo perdere tempo prezioso a chi si sta spendendo (tanti) per costruire un progetto e a chi deve analizzare e giudicare (tutti i cittadini).

Sono stato citato spesso nel dibattito pre-elettorale degli ultimi mesi, e non ho mancato di portare contributi da “esterno” nelle varie fasi che si sono succedute. Le pressioni e l’incoraggiamento che ho recentemente ricevuto per accettare di essere candidato di riferimento per una o più schieramenti politici e civici trentini mi fanno onore, e ringrazio chi ha pensato a me per un incarico così delicato.

Intuisco la gravità del momento, che deriva in gran parte dalla pesante crisi del sistema-paese italiano, con ricadute inevitabili anche sulle realtà come la nostra che hanno avuto la capacità e la fortuna di mantenere un buon grado di autonomia. La portata dei problemi è epocale, e non mi chiamerò fuori a priori, pur se gli impegni imprenditoriali mi spingerebbero in direzione opposta.

Voglio sottolineare che il principio della responsabilità (che, per quel che mi riguarda, attiene al “fare”, e non al dichiarare), e l’etica dei rapporti con la comunità civile costituiscono un presupposto fondamentale di cambiamento rispetto ad un certo modo di fare politica e di accettazione del compromesso di corto respiro. Ecco perché in totale trasparenza, desidero puntualizzare le condizioni essenziali per una mia eventuale partecipazione.

1. E’ inderogabile l’inserimento nei programmi di una drastica riduzione dei costi della politica e della “macchina” provinciale; a partire dalla retribuzione del Presidente, tutti gli stipendi ed i compensi di assessori, consiglieri, dirigenti e funzionari dovranno assoggettarsi ad una sforbiciata coerente con il quadro congiunturale italiano ed i sacrifici che verranno chiesti alla popolazione, parte della quale è già purtroppo privata di un diritto fondamentale quale il lavoro, e della dignità che ne consegue. Parole come maxi-stipendi e consulenze d’oro verranno lasciate in archivio, oggetto di analisi per storici e politologi. Svolgere attività politica sarà soprattutto un servizio, e lavorare in Provincia costituirà un onore e un impegno assimilabile, per diritti e doveri, a quello del settore privatistico.

2. L’entità delle azioni da intraprendere (più di 1 mld di Euro di costi stimati da recuperare nel corso del prossimo triennio) esige grande fermezza e una concertazione immediata con tutte le parti, alle quali deve essere richiesto l’abbandono immediato delle istanze piu’ conservatrici, intese come difesa ad oltranza dei diritti acquisiti di chi il lavoro ce l’ha (e magari non lo merita), e una collaborazione che consenta tempi celeri ed efficacia. In caso contrario, ogni tentativo di ricerca della condivisione sarà perdente in partenza (i “tavoli” della concertazione, tanto pomposi e frequenti quanto spesso improduttivi…..). Mi si lasci confermare con forza che il tempo è davvero scaduto, e gli schemi che hanno caratterizzato gli ultimi quarant’anni sono oggi improponibili. Parlo del pubblico, del sindacato, ma ci metto a caratteri cubitali anche le aziende e noi imprenditori, cullati in una crescita che non c’è più, e proiettati ora a gestire la discontinuità e l’esigenza di nuovi prodotti e processi.

3. Fissate (anzi: attuate) con coraggio queste premesse, e recuperate dalle spese correnti le risorse per gli investimenti di lungo periodo, l’agenda della nuova giunta potrà concentrarsi sulla azioni per area: ne basteranno probabilmente una decina, ben focalizzate, perseguite con energia e caparbietà , e soprattutto in un’ottica pluriennale e di progettualità. Ho le mie idee, naturalmente, e non è questa la sede per esplicitarle. Penso comunque che il sentire comune ed il buon senso spingano urgentemente verso incentivi e riconversioni dell’area industriale, artigianale e commerciale, e verso uno stimolo ulteriore alla ricerca e allo sviluppo di cui abbiamo già esempi di eccellenza sul territorio. Il tutto migliorando i risultati di sanità, formazione scolastica ed assistenza sociale, specializzando il nostro turismo, varando un piano di riequilibrio di agricoltura e territorio (che passerà per un progetto di edilizia sostenibile), premendo l’acceleratore sulle energie da risorse rinnovabili con progetti che facciano da modello in Italia e in Europa.

Ripeto: solo la condivisione esplicita di quanto detto, senza “se” e senza “ma”, costituirà la base per una mia eventuale partecipazione alle imminenti iniziative (un libro dei sogni? Lo vedremo…..). In questo senso valuterò con interesse le proposte di agenda che mi verranno sottoposte.

Ringrazio per l’attenzione.

comments powered by Disqus