«Dellaismo? Mosna ne fa ancora parte»
Vittorio Fravezzi , senatore per il Gruppo delle autonomie, di provenienza Upt, si dice «senza parole» di fronte alla notizia dei contributi pubblici e soprattutto della presenza della Provincia, tramite Tecnofin, nel capitale della società Diatec di Diego Mosna. Anche il centrodestra durissimo contro il presidente della Trentino Volley
TRENTO - «Non ho mai compreso le ragioni della candidatura di Mosna dal punto di vista politico, mentre è ovvio che come libero cittadino può farlo. Non può però rinnegare il sistema del sostegno pubblico alle imprese proponendo un modello alternativo, come credo nessun imprenditore. Chi lo fa ci prende in giro o vuole fare un uso strumentale di tali affermazioni. Perché la regia dell'ente pubblico nell'economia è stata una delle forze del sistema trentino, perché ha permesso di aumentare la competitività delle aziende».
Vittorio Fravezzi , senatore per il Gruppo delle autonomie, di provenienza Upt, si dice «senza parole» di fronte alla notizia dei contributi pubblici e soprattutto della presenza della Provincia, tramite Tecnofin, nel capitale della società Diatec di Diego Mosna. Per il senatore di Upt, Patt e Pd, «dal punto di vista politico ed elettorale la questione parla da sola» e «fa sorridere». Detto questo, «mi sembra che in una realtà come la nostra il ruolo dell'ente pubblico è stato fondamentale per creare condizioni di benessere diffuso. Ci possono essere state delle esagerazioni, ma con le recenti finanziarie provinciali si era già intervenuti prevedendo una logica più selettiva nei contributi. La cosa è stata prevista e c'è consapevolezza che serve maggiore selettività nelle iniziative. Sfido però gran parte del mondo imprenditoriale a non riconoscere che anche grazie alla Provincia autonoma con azioni come gli sgravi Irap si è creato un ambiente più competitivo. Dico poi che solo con uno stimolo pubblico si potrà uscire dalla crisi».
Dal centrosinistra al centrodestra: anche la Lega entra a gamba tesa su Mosna. Lo fa con Maurizio Fugatti che attacca su tutta la linea «Lui è un uomo che è sempre stato legato al sistema. Anche noi abbiamo fatto ricerche sugli aiuti dalla Provincia e c'è anche dell'altro: se in campagna elettorale sarà scontro glielo diremo». Per il leader del Carroccio «Mosna con il Dellaismo è cresciuto e ha collaborato, lo ha sempre difeso». Per questo «ora con quale credibilità si può porre come avversario del centrosinistra quando sei seduto al tavolo con il sistema creato da Dellai?». Per Fugatti il disegno di Silvano Grisenti «che non è uno sprovveduto» è sottile: «Progetto Trentino finge di essere contrario al centrosinistra per raccogliere il voto di malcontento di chi ha sempre scelto quella parte, per poi portare il consenso preso verso il centrosinistra». Per Fugatti «paradossalmente i Grisenti e i Viola così facendo saranno quelli che fanno vincere il centrosinistra».
In silenzio Diego Mosna, che si è preso una giornata di stacco dalla politica, a difendere il candidato della coalizione di Pt, Fare e Civiche, è Tiziano Franceschini . «Occorre distinguere: una cosa è dire che prima di diventare presidente della Provincia si deve risolvere il conflitto di interesse, un'altra cosa chiedere l'incandidabilità di Mosna. Vorrei approfondire quanto conflitto di interesse ci sia, ma per quanto ho visto finora mi paiono cifre molto piccole e non rilevanti. Anche perché la partecipazione è una cosa che nasce oltre dieci anni fa. Se le confrontiamo con le risorse assegnate alla Whirlpool si tratta di ben poca cosa». Sulla candidatura di Mosna, poi, Franceschini è chiaro: «Noi come Fare lo sosteniamo ancora con forza, sapevamo anche prima che Mosna aveva avuto buoni rapporti con Dellai». A. Con.