«Dellai è il passato, De Laurentis un compagno di viaggio»

Più che di stabilità il Trentino ha bisogno di innovazione, per affrontare il futuro. E il futuro non può essere Lorenzo Dellai. Diego Mosna, candidato presidente di Progetto Trentino, non ha digerito le affermazioni dell'ex governatore. Il quale, aprendo la campagna dell'Upt, aveva messo in dubbio la capacità dell'imprenditore di garantire la stabilità di cui l'autonomia ha bisogno. Immediata, e altrettanto secca, la replica

di Matteo Lunelli

Sabato a Montevaccino Lorenzo Dellai è stato piuttosto chiaro: «Diego Mosna non garantisce stabilità, che è quello di cui il Trentino ha bisogno». Un attacco frontale, per certi versi inaspettato, soprattutto nei confronti di chi lo ha sostenuto nel recente passato. E il presidente della Trentino Volley non perde tempo per replicare, con signorilità, analizzando più la frase espressa che non chi l'ha detta.
«Se la stabilità è la forza del centrosinistra e quello di cui ha bisogno la nostra provincia mi permetto di dissentire con forza. Prima di tutto vorrei soffermarmi sull'uso dei termini. Perché ci sia stabilità devono esserci coesione e coerenza. E io queste caratteristiche non le vedo assolutamente nella coalizione di centrosinistra: l'Upt sta vivendo una fase di profonda spaccatura interna, il Pd, sia a livello locale sia a livello nazionale, è l'esatto contrario della stabilità e il Patt, che ha dovuto rivolgersi a Lia Beltrami per vincere le primarie, adesso sta litigando sui nomi da mettere in lista. Insomma, la frase di Dellai «solo con noi ci sarà stabilità» mi lascia perplesso. Forse dovrebbero trovare un equilibrio all'interno dei vari partiti della coalizione prima di sbandierarlo come la loro forza».
 

Ma la vostra coalizione ha stabilità? Ed è veramente quello che serve nel prossimo futuro alla nostra provincia?
«Noi abbiamo riunito e messe insieme persone normali, provenienti da liste civiche e non da partiti politici: io questo lo interpreto come un segnale di grande stabilità. Inoltre credo che prima di tutto ci sia bisogno di innovazione, in ogni senso, e poi anche di stabilità».
 

Mettendo da parte per un secondo partiti, liste civiche, coalizioni: lei e Dellai cosa siete adesso? Ex amici che dobbiamo considerare avversari politici?
«Sono in difficoltà nel dare una risposta. Io e le persone che hanno sostenuto Dellai lo consideravamo, per la sua visione politica e per le sue capacità di mediazione, come il più illustre rappresentante possibile del Trentino a livello nazionale. Lui era la persona giusta per difendere l'autonomia a Roma. A Trento il suo percorso era già fatto, quindi era giusto sostenerlo nella sua avventura romana. Adesso, con queste ultime dichiarazioni, mi pare sia stato ingeneroso, al limite dell'esagerazione. Lui è candidato governatore? Lui è il futuro? Mi pare di no, quindi parla semplicemente come una persona che appoggia una lista. E di persone che appoggiano una lista ce ne sono a centinaia».
 

Da un ex amico a un nuovo amico: come è andato l'incontro con Roberto De Laurentis? Si parla di alcuni posti nella vostra lista riservati a persone di Rete Imprese Italia.
«Ritengo De Laurentis un compagno di viaggio: ammiro il suo pragmatismo e il suo linguaggio diretto in difesa delle piccole imprese. Abbiamo discusso di posizioni chiave in due agenzie chiave: Trentino Sviluppo e l'Agenzia del Lavoro richiedono, infatti, delle modifiche e degli interventi. Il progetto di Rete Imprese Italia, che noi sposiamo in toto, ha a che fare in gran parte di queste due realtà, quindi ci sembra normale che De Laurentis e i vertici del progetto possano essere artefici del cambiamento di questi istituti. Inoltre vogliamo velocizzare la mastodontica macchina burocratica della Provincia e dare spazio ai giovani e alla meritocrazia, questa sconosciuta nella politica degli ultimi anni».
 

Restando in tema di "amicizie politiche", ora c'è un avversario in più: Agostino Carollo. Come vede il suo, senza dubbio originale, ingresso in campo?
«La sua intenzione di candidarsi rappresenta la grande voglia di cambiamento che c'è. Anzi, se mi permette una battuta, rappresenta la voglia di cambiare la stabilità sbandierata dal centrosinistra. Carollo è l'espressione di un dissenso nei confronti del passato. Io lo vedo con preoccupazione, soprattutto per il fatto che rappresenta un ennesimo frazionamento. Se servirà a portare più persone alle urne tanto meglio, ma ho l'impressione che non sarà così».

comments powered by Disqus