«Renzi? Un po' Panariello e Benigni»

«Se Renzi - a parlare è Bezzi - pensa di convincere gli italiani con gli slogan e le battute, credo che il prossimo ventennio politico italiano parta davvero male. Non reputo così sconvolgenti le ricette del sindaco di Firenze che, per usare un paragone, mi sembra una via di mezzo fra Benigni e Panariello»

«Se Renzi pensa di convincere gli italiani con gli slogan e le battute, credo che il prossimo ventennio politico italiano parta davvero male.
Non reputo così sconvolgenti le ricette del sindaco di Firenze che, per usare un paragone, mi sembra una via di mezzo fra Benigni e Panariello.
Ci vuole ben altro per convincere le lobbies italiane ad accettare una riforma della struttura dello stato e della burocrazia, liberando i giovani dalla gabbia di egoismo delle nostre generazioni e non saranno certo le frasi ad effetto di un altro toscano a smuovere le resistenze dei burocrati italiani, per operare un vero cambiamento di rotta, a partire dalla riforma della magistratura e di Equitalia, ormai necessario per ridare fiducia ai cittadini, alle imprese ed agli investitori stranieri sui nostri mercati. In una recente intervista a La Stampa, alla domanda su chi pagherà il costo della sua rivoluzione, Renzi è stato chiarissimo, affermando che «Bisogna toccare i diritti acquisiti. Chi percepisce pensioni d'oro su cui non ha versato tutti i contributi deve accettare che sulla parte regalata venga imposto un prelievo». Ma, come ha ben osservato Antonio Polito in un suo editoriale apparso recentemente sul Corriere della Sera “Poiché in Italia sono state considerate «pensioni d'oro», colpite dal blocco delle indicizzazioni, anche quelle superiori ai millecinquecento euro al mese, potrebbe trattarsi dei «diritti acquisiti» di non pochi italiani”. Nella stessa intervista, Renzi si dice poi favorevole anche all’introduzione della patrimoniale: «Molti amici imprenditori si dicono pronti a pagarla». Forse i suoi amici imprenditori sì. Bisogna vedere se lo sono tutti gli altri, i piccoli proprietari di casa, gli artigiani, i commercianti.
Oggi a Trento, citando Alcide De Gasperi, Renzi ha parlato della necessità di superare l’Europa dei burocrati e dei tecnocrati e di ripartire dai territori, giustissimo, non ha detto però che lo spirito degasperiano proprio in Trentino è stato profondamente tradito dalla burocrazia e dall’assistenzialismo dei governi di centrosinistra degli ultimi vent’anni».


Bezzi Giacomo - Forza Italia/Forza Trentino

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