Comunità di valle, l'Upt si ribella
Non sarà facile per l'assessore agli enti locali, Carlo Daldoss, portare a compimento l'attesa riforma delle Comunità di valle. Trasformarle in un consorzio dei Comuni e annullarne il valore politico attraverso la cancellazione delle elezioni dirette delle assemblee e del presidente rappresenta, secondo l'Upt, «un passo indietro». L'assessore Gilmozzi è chiaro: «Senza un valore politico, le Comunità di valle rischiano di non avere senso e quindi si avviano verso la cancellazione». Il Patt, invece, si schiera compatto con Daldoss Comunità di valle, dite la vostraDaldoss intervistato dal direttore
TRENTO - Trasformare le Comunità di valle in un consorzio dei Comuni e annullarne il valore politico attraverso la cancellazione delle elezioni dirette delle assemblee e del presidente delle stesse rappresenta «un passo indietro» che non trova d'accordo l'Upt. Da un lato l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi spiega che senza un valore politico, le Comunità di valle rischiano di non avere senso e quindi si avviano verso la cancellazione. Dall'altro, il capogruppo dell'Unione per il Trentino in consiglio provinciale, Gianpiero Passamani, critica la bozza di riforma presentata dall'assessore agli enti locali Carlo Daldoss e chiede di cambiarla perché così non va.
Dopo una prima esposizione della riforma in giunta provinciale avvenuta venerdì, Daldoss ha spiegato su questo giornale gli obiettivi della sua proposta di modifica delle Comunità di valle. A partire dalla semplificazione delle assemblee, riducendone di fatto i componenti, per continuare con la maggior presenza dei sindaci all'interno degli organismi che di fatto si tradurrebbero in una sorta di consorzio dei Comuni per singoli ambiti. A quel punto, trasformando le Comunità di valle in un tavolo di lavoro dei municipi e non nel terzo livello istituzionale tra Provincia e municipi, ha detto Daldoss, anche l'elezione diretta non serve.
Parole che, all'interno dell'Unione per il Trentino, non trovano una accoglienza favorevole. A partire, appunto, dall'assessore provinciale ai lavori pubblici Gilmozzi che, nella scorsa legislatura, come assessore agli enti locali aveva dovuto fronteggiare il nodo delle gestioni associate posto da quei Comuni che vedevano negativamente il ruolo delle Comunità di valle.