Primarie del Pd. In campo Vanni Scalfi
«Se vengo eletto aprirò subito il confronto per confederare il Pd trentino a quello nazionale, il termine territoriale è troppo vago, se questo vuol dire allearsi con l'Upt e il Patt per diventare l'Svp de noantri». Così Vanni Scalfi, terzo candidato alle primarie per la segreteria provinciale del Pd del Trentino, fissate per il 16 marzo, ha delineato l'argomento principale che intende discutere con la direzione nazionale del partito nel caso in cui venga eletto I tuoi commenti
TRENTO - "Se vengo eletto aprirò subito il confronto per confederare il Pd trentino a quello nazionale, il termine territoriale è troppo vago, se questo vuol dire allearsi con l'Upt e il Patt per diventare l'Svp 'de noantrì". Così Vanni Scalfi, terzo candidato alle primarie per la segreteria provinciale del Pd del Trentino, fissate per il 16 marzo, ha delineato l'argomento principale che intende discutere con la direzione nazionale del partito nel caso in cui venga eletto.
"Essere un partito federato - ha spiegato Scalfi - ci permetterebbe di stringere alleanze con chi in Trentino vede il Pd come punto di riferimento, intendo dire i Verdi, gli ambientalisti, ma anche le liste civiche, del resto i democratici del Trentino sono già autonomi". In merito al rapporto con le altre due candidate alle primarie - Giulia Robol e Elisa Filippi - Scalfi sostiene che per la prima considera "impresa ardua unire attività politica a quella dell'amministratrice pubblica", mentre per la seconda si riserva "un ulteriore dialogo per trovare punti in condivisione, fermo restando che c'è già una simpatia naturale".
Scalfi ha voluto sintetizzare i punti elencati nella mozione di candidatura sul sito del Pd del Trentino: "Dobbiamo andare oltre cinque anni difficili, privi di proposte significative perchè dal Pd tutti si aspettano molto, comprese proposte concrete che diano futuro al Trentino e lo possiamo fare solo se siamo uniti".
Sull'appoggio a Elisa Filippi dichiarato dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta, Scalfi ha detto di non essere stupito che si sia schierato con lei, "ero ragionevolmente certo di non essere il suo segretario ideale"