Scalfi e Robol contro Renzi
Vanni Scalfi boccia Renzi: «Sinceramente sono sconcertato da questo modo di agire. Dove le liberaldemocrazie funzionano quando un governo non sta più in piedi si va a votare e si fa una nuova maggioranza. Questa mi ricorda una staffetta tra Fanfani e De Mita. Altro che fase nuova. La maggioranza sarà sempre la stessa con Alfano, non è che Renzi fa il governo con Sel e i grillini. Mi domando quali superpoteri abbia Renzi per fare di più e meglio di Letta nelle stesse condizioni»
Vanni Scalfi boccia Renzi: «Sinceramente sono sconcertato da questo modo di agire. Dove le liberaldemocrazie funzionano quando un governo non sta più in piedi si va a votare e si fa una nuova maggioranza. Questa mi ricorda una staffetta tra Fanfani e De Mita. Altro che fase nuova. La maggioranza sarà sempre la stessa con Alfano, non è che Renzi fa il governo con Sel e i grillini. Mi domando quali superpoteri abbia Renzi per fare di più e meglio di Letta nelle stesse condizioni».
«Io - ricorda Scalfi, che è molto vicino alle posizioni di Pippo Civati, che ieri in direzione ha votato contro il documento di Renzi, - ho partecipato alla prima Leopolda di Renzi e Civati e lo spirito che aveva acceso la scintilla allora in questa manovra di palazzo non ce lo ritrovo. È un gioco tutto interno alla politica, un metodo che mi ha deluso. E Letta ha fatto la sua parte in commedia. I cittadini faranno fatica a capire».
«Sto vivendo con molto disagio questo passaggio - confessa Giulia Robol - io ho sostenuto Renzi alle primarie perché ho visto in lui la possibilità di uscire dall'immobilismo politico, il coraggio e la volontà di fare. Però la sua premiership doveva uscire da un investimento popolare, una vera legittimazione doveva passare dalle elezioni e dal consenso su un progetto politico e una maggioranza di centrosinistra».
«Un segretario che fa una cosa del genere - prosegue Robol - non mi piace. Si è sempre parlato di progetto di squadra e invece qui mi sembra che siano in gioco soprattutto le ambizioni personali. Letta è alla guida di un governo nato da una maggioranza parlamentare, ha avuto un profilo istituzionale molto serio, anche se la sua azione non sempre è stata incisiva. Ma il problema oggi è che se abbiamo lo stesso Parlamento, con gli stessi numeri, e la stessa maggioranza, non è certo un singolo individuo alla guida del governo che può fare la differenza. Mi dispiace - conclude la candidata alla segreteria provinciale del Pd - che quanto successo dia più l'immagine che in gioco ci sia l'ambizione di un singolo piuttosto che le esigenze degli italiani. Per questo non capisco».