Protesta No Tav in città. Striscioni contro Gilmozzi e Olivi
Anche in Trentino come nel resto d'Italia si è scesi in campo per dire no alla Tav. Dal primo pomeriggio di ieri davanti alla stazione ferroviaria di Trento si sono ritrovati circa una sessantina di persone. Gente che per lo più fa parte del Comitato No Tav provinciale. I manifestanti hanno fatto un corteo (non autorizzato) in città. Notevoli le misure di sicurezza«Perchè protestiamo» (Video di G. Fin)Paolo Terzan, No Tav lavisano (Video di G. Fin)Passamani contro la procura
TRENTO - Il corteo trentino No Tav-Kein Bbt, che ha sfilato nel pomeriggio di ieri in centro a Trento, è partito da piazza Dante dopo le 15.30. Per oltre un'ora i manifestanti sono rimasti fermi a distribuire volantini, da un gazebo, e hanno esposto striscioni che promettono di "difendere la valle" e hanno urlato a un microfono come ritengano l'opera uno spreco, ma soprattutto si sono schierati in difesa di tutti i movimenti No Tav, in particolare di quello della Val di Susa, e di tutti arrestati, sostenendo come ritengano ingiuste le accuse nei loro confronti.
Nei giardini della piazza hanno esposto anche cartelloni contro la politica provinciale del presidente Ugo Rossi e di alcuni dei suoi assessori, Mauro Gilmozzi e Alessandro Olivi. Dalla stazione si sono spostati in centro, percorrendo le vie delle classica passeggiata cittadina, tra passanti increduli e quasi del tutto indifferenti, fino ad arrivare a piazza Arogno, dietro il Duomo, dove si sono fermati con bandiere e striscioni appiccicati alle mura della cattedrale. A distanza e quasi impercettibile la polizia lungo l'intero percorso improvvisato dai manifestanti. Nessuna divisa si è vista vicina al corteo, anche se le forze dell'ordine erano presenti a distanza.
Negli slogan dei manifestanti non sono comunque mancati quelli contro polizia e giornalisti, con alcuni fotografi e operatori televisivi fatti allontanare da alcuni del corteo.
Parla Federica Mattarei (No Tav)