«Basta Regioni Speciali»
«Occorre superare le Regioni a statuto speciale: l'assetto di 70 anni fa non è quello attuale e questo tema, anche nel Pd, va trattato con coraggio. Temo però che questa distorsione non sarà eliminata». Lo ha detto oggi Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, intervenuto questa mattina a Firenze, con il presidente lombardo Roberto Maroni, a una iniziativa pubblica organizzata dal Lions Internazionale
FIRENZE - "Occorre superare le Regioni a statuto speciale: l'assetto di 70 anni fa non è quello attuale e questo tema, anche nel Pd, va trattato con coraggio. Temo però che questa distorsione non sarà eliminata". Così Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, intervenuto questa mattina a Firenze, con il presidente lombardo Roberto Maroni, a una iniziativa pubblica organizzata dal Lions Internazionale.
Portato a titolo di "scontato esempio" il caso dei lavoratori forestali ("un migliaio per tutta la Toscana, ben 17 mila per la Sicilia"), il presidente Rossi, sempre sulle Regioni a statuto speciale, ha aggiunto che "sta diventando intollerabile il fatto che lo Stato tratti in modo così diverso i cittadini".
"Molti i difetti e molte le colpe delle Regioni - ha detto Rossi riferendosi a chi vorrebbe mettere in discussione non solo le Province ma pure le Regioni - ma con l'acqua sporca stiano attenti a non buttare via anche il bambino: nel nuovo Senato dovrebbero poter entrare, con rappresentanza unitaria, i rappresentanti delle Regioni e questo darebbe certo un nuovo slancio perchè delle Regioni, certo modificate e con uno Stato certo sovraordinato, c'è ancora grande bisogno".
"No alle Regioni piccoli Stati, sì alle Regioni che pensano diversamente lo Stato", ha sintetizzato il governatore della Toscana. Rossi anche parlato della possibilità di introdurre meccanismi per "un federalismo a più velocità" in un diverso rapporto con lo Stato centrale: "Certo - ha spiegato - con una compensazione a livello nazionale per i territori più in difficoltà, dobbiamo però arrivare a ottenere i soldi dei cittadini toscani".
L'INTERVENTO DI DIEGO MOSNA
No, per la nostra Autonomia non è proprio il caso di stare renzianamente sereni. E per dimostrarlo mi fermo ad una semplice constatazione: il Presidente del Consiglio con il suo vice Delrio, ambedue del Pd, pochi giorni fa incontrando Rossi e Kompatscher, più delegazione del solo Patt, hanno dato ampie rassicurazioni sulla nostra Autonomia. Foto dell’incontro, tutti sorridenti, convinti e rassicurati del futuro certo e garantito per l’Autonomia trentina e sudtirolese. Ieri, invece, dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi è venuta una smentita all’entusiasmo del nostro Rossi. Il governatore toscano a Firenze in un incontro pubblico dei Lions ha detto che le speciali vanno semplicemente abrogate. Cancellazione, ha aggiunto, sulla quale il Pd dovrebbe mostrare più coraggio. Invito chiaro e netto, visto anche il momento in cui ha pronunciato queste parole, al suo compagno di partito Renzi a muoversi in questa direzione. Del resto, va ricordato, la posizione del Rossi toscano è quella espressa tempo fa dallo stesso Renzi sindaco di Firenze. C’è da fidarsi, quindi? No, assolutamente no.
Ma il Pd di quassù cosa dice? A parte qualche presa di posizione del Presidente del Consiglio Provinciale Bruno Dorigatti, non mi pare che dal Pd trentino si alzino molte voci in difesa dell’Autonomia. Quindi, da che parte sta il Pd locale? Sta col Rossi autonomista o col Rossi toscano? Il giorno in cui il Pd nazionale mostrerà “più coraggio” per abolire le speciali da che parte staranno i democratici trentini? Si attende una urgente risposta.
Diego Mosna