Trento, i parcheggi selvaggi e i diritti dei disabili

Una lettera giunta in redazione riporta in primo piano un tema sempre molto sentito, ovvero come le barriere architettoniche e la maleducazione delle persone siano un problema per i disabili. «Nel traffico cittadino non c'è posto per chi non ha l'automobile, per chi si avventura con altri mezzi, imposti peraltro, dal destino. Parliamo di persone diversamente abili costrette a muoversi su una carrozzella. Persone che, invece di chiudersi in casa a «deprimersi», scelgono ogni giorno di affrontare la gente, la città, di vivere il più possibile una vita normale. Stiamo parlando di diritti, non di lussi o accessori»

LA LETTERA

disabile barriereNel traffico cittadino non c'è posto per chi non ha l'automobile, per chi si avventura con altri mezzi, imposti peraltro, dal destino. Parliamo di persone diversamente abili costrette a muoversi su una carrozzella. Persone che, invece di chiudersi in casa a «deprimersi», scelgono ogni giorno di affrontare la gente, la città, di vivere il più possibile una vita normale. Stiamo parlando di diritti, non di lussi o accessori. La città deve essere accessibile e vivibile per tutti, non solo per chi si muove autonomamente, sia in bicicletta, che in macchina, ma anche a chi è stato costretto dalla vita a servirsi di una carrozzella. Trento, una città a misura di disabile, questo a parole, ma i fatti sono diversi.
Sabato 15 marzo verso le ore 10.30 stavo accompagnando a fare una passeggiata in città una persona disabile in carrozzella. In viale Verona, all'altezza del negozio erboristeria, ci siamo dovuti fermare perché il passaggio era «sbarrato» da autovetture parcheggiate lungo tutto il marciapiede.
Di fronte a quegli ostacoli, e alla maleducazione e indifferenza da parte dei proprietari di quelle autovetture, ho deciso di chiamare la polizia municipale. Dopo qualche minuto ho visto arrivare una macchina della polizia municipale ma anziché fermarsi, malgrado abbia fatto segno, è proseguita. La persona che accompagnavo era amareggiata e umiliata da simili comportamenti.
Richiamai nuovamente il comando della polizia municipale spiegando che la macchina mandata sul posto non si era fermata; l'operatore mi disse che avrebbe richiamato la pattuglia. Infatti dopo qualche minuto la pattuglia arrivò sul posto, scese il vigile e mi chiese qual era il problema, una domanda che mi lasciò perplesso. Poi, sempre il vigile mi disse che il marciapiede era privato; ho fatto notare allo stesso che la parte privata del marciapiede era quella antistante le attività commerciali, peraltro evidenziate.
Mentre stavo scendendo sulla carreggiata il vigile aggiunse che faceva una «multina». Ho avvertito il vigile che avrei fatto una segnalazione del fatto al comando, lui mi rispose che non ce n'era bisogno. Vorrei fare ugualmente un invito al comando di polizia municipale: va bene sanzionare chi supera l'orario di sosta a pagamento, ma forse sarebbe più opportuno punire con sanzioni chi parcheggia in modo selvaggio l'autovettura e impedisce la libera circolazione alle persone diversamente abili.
Claudio De Paoli  - Trento
 

comments powered by Disqus