Corte dei conti, Grisenti nel mirino
È un fascicolo "in sonno" quello che la procura regionale della Corte dei conti ha aperto a carico di Silvano Grisenti su un'ipotesi di danno erariale. Il procedimento però è destinato a "risvegliarsi" quando la sentenza per l'inchiesta «Giano Bifronte» dovesse passare in giudicato. Qualora venisse confermata la condanna inflitta dalla Corte d'appello di Bolzano, è probabile che a Grisenti venga presentato il conto dei danni
TRENTO - È un fascicolo "in sonno" quello che la procura regionale della Corte dei conti ha aperto a carico di Silvano Grisenti su un'ipotesi di danno erariale. Il procedimento però è destinato a "risvegliarsi" quando la sentenza per l'inchiesta «Giano Bifronte» dovesse passare in giudicato. Qualora venisse confermata la condanna inflitta dalla Corte d'appello di Bolzano, è probabile che a Grisenti venga presentato il conto dei danni.
Va detto che in questo caso l'apertura di un'istruttoria è un fatto automatico. In caso di condanna di pubblici amministratori - di primo piano come Grisenti, ma anche anonimi dipendenti di enti pubblici o società partecipate - la procura apre delle istruttorie. Nell'ambito della stessa inchiesta, l'ex presidente della Air spa, dopo aver chiuso le pendenze penali con un patteggiamento per corruzione, finì nel mirino della Corte dei conti. Alla fine venne condannato a pagare un risarcimento per danno di immagine di 50.000 euro, ed Air certo non è paragonabile ad Autobrennero.
Due sono i fronti su cui può procedere la procura. Il primo è appunto quello del danno d'immagine. Tuttavia per questa ipotesi la corte si muove solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza. Il procedimento ha avuto sin qui un iter tormentato: Grisenti era stato condannato in primo grado, sentenza poi appesantita in secondo grado. La difesa, con un primo passaggio in Cassazione, era riuscita a riaprire i giochi: la condanna venne azzerata tranne l'accusa di truffa per i pasti pagati con carta di credito aziendale. L'imputato a marzo scorso è tornato di fronte alla Corte d'appello incassando una nuova condanna ad un anno per corruzione e tentata violenza privata.
Le motivazioni sono state depositate di recente, presto quindi sarà depositato il nuovo ricorso per Cassazione della difesa. La Suprema corte presto potrebbe mettere la parola fine in calce al capitolo penale di questa vicenda.
La procura contabile deve attendere per agire. Qualora dovesse essere confermata l'accusa di corruzione - era il caso delle sollecitazioni di Grisenti a Fabrizio Collini perché in cambio di un appalto per il casello di San Michele affidasse un incarico di progettazione allo studio di ingegneria del fratello - il pm potrebbe contestare il danno erariale. Danno che in questi casi spesso viene quantificato come il doppio dell'utilità indebitamente ottenuta, e dunque potrebbe essere salato. La procura regionale invece non può procedere per recuperare il costo dei pranzi generosamente offerti da Grisenti ai colleghi di partito con denaro A22. In questo caso dovrebbe essere la stessa Autobrennero a chiederne la restituzione.