Aggredita e scippata mentre va al lavoro

Minacce di morte, uno strattone, le mani che le stringono la gola. Sono stati momenti drammatici quelli vissuti da una signora di mezza età che, all’alba, si stava recando al lavoro. È stata aggredita da due uomini che l'hanno gettata a terra e derubata in via Milano, a Trento

di Luca Nave

Minacce di morte, uno strattone, le mani che le stringono la gola. Momenti drammatici vissuti da una signora di mezza età che ieri mattina, all’alba, si stava recando al lavoro.

 

Un’aggressione, una rapina che ha portato a un bottino di 300 euro finito nelle tasche dei malfattori. La donna era uscita presto perché doveva svolgere il primo turno presso l’azienda in cui lavora. Alle 5.10 era per strada, in via Milano, quando due persone le si sono avvicinate. Erano due uomini di colore. La donna li ha visti bene, avevano una corporatura esile, ma hanno fatto valere la forza. Uno di loro le ha stretto un braccio attorno al collo, mentre l’altro le ha messo una mano sulla bocca. In due l’hanno strattonata con forza fino a tirarla in un garage. Mentre facevano questo, le parlavano in italiano.

 

«Dicevano che se gridavo mi avrebbero sparato, mi avrebbero ucciso» racconta la vittima. I due sono stati «disturbati» dall’arrivo di un’automobile, probabilmente delle forze dell’ordine.

 

Appena hanno intuito il pericolo, hanno assestato l’ultimo strattone alla vittima, che è ruzzolata a terra, e sono fuggiti con la borsetta: uno di loro si è allontanato a piedi, l’altro in bicicletta.

 

Libera dalla minaccia, la donna ha potuto finalmente riprendersi in parte dall’enorme spavento e, non senza fatica viste le botte riportate, si è rialzata. È subito andata a sporgere denuncia ai Carabinieri, poi ha raggiunto il suo posto di lavoro. Lì è rimasta qualche ora, ma poi il dolore e soprattutto lo shock l’hanno indotta ad andare al pronto soccorso per farsi visitare.

 

Qui i medici le hanno prescritto sette giorni di riposo. Nel corso della giornata, parte della refurtiva è stata recuperata. Sparsi in vari punti del Parco Santa Chiara, alcuni cittadini hanno rinvenuto gli effetti personali della donna. Sono stati recuperati il borsellino, purtroppo alleggerito dei contanti, e poi il cellulare, un paio di occhiali, i documenti e il cartellino per timbrare ingresso e uscita al lavoro.


I malviventi sono stati, purtroppo, piuttosto fortunati: nella borsa la donna portava circa 300 euro, che dovevano servire per alcuni acquisti e per pagare le bollette. Il danno, per la donna, è rilevante: «Che faccio ora? Chiamo la compagnia telefonica e spiego che non posso pagare perché sono stata rapinata? Sono 10 anni che vado al lavoro, non guido e quindi mi muovo sempre a piedi. Non mi è mai capitata un cosa del genere. Adesso, invece, è arrivata questa tremenda esperienza».

 

Unica  nota che può in parte consolare, in questa vicenda, è il senso civico delle persone che hanno cercato di far riavere alla donna quanto possibile. «Ringrazio il signor Francesco e l’altro signore, un avvocato di cui non so il nome, che hanno recuperato i miei effetti personali».

 

Non manca però una nota di polemica. «Vorrei sapere perché i criminali non vengono fermati. Il messaggio che mando ai politici è quello di fare qualcosa: non si può proprio andare avanti in queste condizioni».

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