Strade forestali, caos
Sarà triplicato - portandolo da 30 a 90 giorni all'anno - il periodo in cui sarà possibile consentire la libera circolazione dei veicoli a motore sulle strade forestali a non esclusivo utilizzo del bosco (strade di tipo B). La possibilità, che potrà essere concessa dai proprietari delle strade - Comuni, Asuc o privati- con assunzione delle relative responsabilità sulla manutenzione e su eventuali danni/incidenti, è prevista da una modifica al regolamento di accesso alle strade forestali presentata ieri dall'assessore provinciale Michele Dallapiccola
Sarà triplicato - portandolo da 30 a 90 giorni all'anno - il periodo in cui sarà possibile consentire la libera circolazione dei veicoli a motore sulle strade forestali a non esclusivo utilizzo del bosco (strade di tipo B).
La possibilità, che potrà essere concessa dai proprietari delle strade - Comuni, Asuc o privati- con assunzione delle relative responsabilità sulla manutenzione e su eventuali danni/incidenti, è prevista da una modifica al regolamento di accesso alle strade forestali presentata ieri dall'assessore provinciale Michele Dallapiccola.
Ieri mattina la modifica è stata approvata dalla seconda commissione del consiglio provinciale, con l'unica astensione di Walter Viola (Progetto Trentino).
La proposta ha sollevato preoccupazione tra i consiglieri per il rischio che la liberalizzazione abbia come conseguenza un aumento del traffico che si potrebbe ripercuotere negativamente sugli stessi esercizi rurali, che potrebbero essere spogliati di quella componente di fascino e attrazione propria dei territori a bassa accessibilità e che caratterizza gran parte delle montagne trentini.
Molte perplessità sono state espresse da Walter Viola, ma anche dai consiglieri di maggioranza che poi hanno espresso parere favorevole Mario Tonina e Pietro De Godenz (Upt) e Alessio Manica (Pd), che hanno parlato di pericolo di «liberalizzazione selvaggia», che potrebbe avere un impatto enorme sulla nostra stessa concezione di turismo.
L'assessore Dallapiccola ha giustificato la modifica sostenendo che l'obiettivo è: «Agevolare l'accesso dei mezzi alle strutture d'alta quota per favorire la commercializzazione dei prodotti caseari e tipici locali. Novanta giorni sarebbe un periodo più congeniale ai tempi del pascolo e ai ritmi della produzione».
Si tratta, ha spiegato, dell'estensione di una possibilità già esistente e sfruttata ad oggi per una decina di strade, mentre le vie potenzialmente interessate sull'intero territorio provinciale sarebbero tra le 50 e le 70.
Resta comunque nella facoltà del proprietario concedere l'autorizzazione, dopo le opportune valutazioni del caso. Il parere favorevole, su proposta dello stesso assessore a fronte delle resistenze, è stato quindi condizionato ad una verifica, ad un anno dall'introduzione, dei numeri e della portata dell'intervento. La modifica dunque non sarà per ora permanente ma solo «sperimentata» per un anno.