All'assemblea di condominio il «vaffa» non è reato
Se vi scappa un «vaffa» all'assemblea di condominio, potete stare piuttosto tranquilli: per i giudici, non si tratta di un insulto che meriti chissà quale provvedimento
Deve essere stato un confronto movimentato quello, accaduto il 26 marzo del 2009 a Trento, quando l'amministratore si lasciò andare ad espressioni diciamo piuttosto colorite nei confronti di un condomino. Nella successiva querela per diffamazione il condomino sosteneva si essere stato travolto da una sequela di insulti. Ecco la sequenza incriminata contenuta nel capo di imputazione: «Mi avete rotto i coglioni andate a fanculo. Vaffanculo, (ripetuto più volte) esci fuori dal mio ufficio».
La vicenda, approdata di fronte al giudice di pace di Trento, è poi stata archiviata. È certo una buona notizia che la giustizia non debba occuparsi anche dei «vaffa» che volano nelle assemblee condominiali e abbondanti anche in altri contesti, ma la sentenza entra anche sul terreno del costume e del linguaggio comune. La parolaccia incriminata - diventata icona del grillismo con i V Day ( nella foto ), ma anche marchio di abbigliamento - è «priva di oggettiva valenza offensiva», scriveva la procura nella sua richiesta di archiviazione.
Attenzione, però, la sentenza non è una sorta di implicito vialibera a mandare a quel paese il vicino di casa molesto o il capoufficio arrogante. Va valutato caso per caso anche perché la giurisprudenza sul tema non è univoca.
In questo particolare caso, secondo il viceprocuratore onorario, Evelin Frizzi, ricorrevano i parametri dell'«esiguità del danno o del pericolo derivato dal reato, l'occasionalità della condotta incriminata e il grado della colpevolezza dell'agente. Se ne impone pertanto l'archiviazione».
Nella richiesta della procura si rileva che l'espressione utilizzata «è priva di oggettiva valenza offensiva, siccome per la sua genericità è all'evidenza inidonea ad attingere il bene "onore" tutelato dalla norma incriminatrice: l'onore, come è noto, designa l'insieme delle qualità morali della persona (la rettitudine, la probità e la lealtà) e non può essere attinto da espressioni frutto solo di maleducazione, sostanziatesi magari nell'utilizzo di parole volgari entrate addirittura nell'uso comune ovvero, come nella specie, di parole considerate prive addirittura di una intrinseca valenza offensiva». Inoltre «la condotta «presenta il requisito della occasionalità non emergendo certo un'abitudinarietà della condotta lesiva.
Insomma se proprio vi sfugge un «vaffa...» in assemblea condominiale, potete sperare di evitare la querela. Meglio comunque evitare di farsi prendere dal nervosismo anche se in quel contesto, evidentemente, capita spesso. È di pochi giorni fa il procedimento a carico di un altro amministratore di condominio finito a processo per aver minacciato di far esplodere una bombola di gas se il condomino non avesse pagato quanto doveva.