Ecomostri, la Provincia sollecita gli abbattimenti Il Comune di Trento frena
Rovereto procede a spron battuto con l'abbattimento degli ecomostri, i vecchi edifici abbandonati la cui cancellazione era stata messa in cima alle priorità da parte della Provincia nella nuova legge urbanistica.
A Trento invece è tutto fermo. Nonostante le insistenze della stessa Provincia nel procedere. «La vera pietra dello scandalo è l'ex Euromix di via Brennero, che proprio all'ingresso della città sembra un relitto di Beirut negli anni Settanta» rimarca l'assessore provinciale all'urbanistica Carlo Daldoss, padre della legge anti ecomostri.
Ebbene, vero è che si tratta di un relitto che insiste su una proprietà privata ma la legge è chiara nel dire che il Comune può anche procedere d'ufficio, senza un accordo preventivo che nel caso specifico diventa complicato visto che gli immobili sono di fatto in mano alle banche creditrici. La proprietà mantiene il diritto di ricostruire i volumi sullo stesso terreno ed eventualmente gli saranno addebitati i costi di abbattimento.
Insomma, l'eliminazione di quella bruttura secondo la Provincia avrebbe già potuto essere effettuata. In Comune però non la pensano così. Prima hanno preso tempo dicendo di voler attendere il regolamento attuativo della legge urbanistica, attualmente in fase di elaborazione, nonostante le rassicurazioni di Daldoss. Poi hanno evidenziato come su quell'area, l'ex Frizzera, vi sia un piano attuativo da rispettare, sentendosi peraltro ribattere dalla Provincia che in assenza di un divieto specifico a demolire anche quello non è un problema. «Sono più realisti del re - commenta sconsolato l'assessore provinciale - e a parità di legge proprio non capisco perché a Rovereto le cose si possono fare e invece a Trento no».
Si attende allora l'approvazione del regolamento di attuazione, che dovrebbe essere pronto nel giro di due o tre mesi. Recentemente l'assessore ha presentato la bozza al «tavolo dell'urbanistica», organismo in cui sono presenti rappresentanti dei Comuni e delle categorie professionali coinvolte (ingegneri, architetti e avvocati). Su questa bozza sono state richieste le osservazioni entro il 10 aprile.
«Poi - spiega Daldoss - si procederà con approfondimenti specifici sui singoli temi. Ho colto un po' di proccupazione da qualcuno per i tempi stretti a disposizione ma posso assicurare che siamo partiti da uno schema di ragionamento su cui si può ancora ampiamente lavorare». Tornando agli ecomostri cittadini, anche sugli altri due inseriti nell'elenco inviato da Palazzo Thun l'anno scorso alla Provincia non si registrano novità o passi avanti. Uno è il Centro civico di San Donà , da anni chiuso e pericolante. È di proprietà del Comune ma a muoversi sono stati i residenti del sobborgo, che vorrebbero approfittare dell'occasione per realizzare sotto la piazza un parcheggio pertinenziale.
Hanno costituito a questo scopo la Cooperativa San Donà e raccolto già una sessantina di adesioni, con l'obiettivo di arrivare a 200 per realizzare due piani interrati di posti auto. Poi cercheranno di coordinarsi col Comune per rendere compatibili i due progetti, parcheggio e abbattimento e ricostruzione del Centro civico. In alto mare anche l'ipotesi di buttar giù l'enorme deposito ex Atesina di via Marconi , tuttora utilizzato da Trentino Trasporti come punto d'appoggio per i cambi di mezzi e di turni durante il giorno. Qui sarà la Provincia, che una volta dismesso ne diventerà proprietaria, a dover intervenire in accordo col Comune.