Mattarello, preoccupa lo svincolo pericoloso
La circonvallazione Sud di Trento fu inaugurata e benedetta il 15 settembre 2005 e fu salutata, giustamente, come un'opera pubblica importante che, come affermò il presidente Lorenzo Dellai, «migliorava e rendeva più sicuro il collegamento del capoluogo con i comuni della Vallagarina, Rovereto in primis».
L'assessore provinciale alle opere pubbliche Silvano Grisenti parlò «di un tratto di strada assai sofisticato», che coniugava efficienza e sicurezza, in quanto sotto l'asfalto sono nascoste fibre ottiche, assieme al più grande collettore mai realizzato in Italia.
Era un evento importante anche per Trento - lo sottolineò il sindaco Alberto Pacher - perché «prendeva forma il primo grande tassello di un disegno complessivo che nei prossimi anni avrebbe cambiato il volto a numerosi segmenti della città».
E quel giorno toccava a Mattarello, che attendeva da vent'anni quei sette chilometri di circonvallazione dal bar «al Marinaio» alla Casa del Santo all'Acquaviva costati oltre 42 milioni di euro interamente finanziati dalla Provincia. Il nuovo collegamento stradale, infatti, consentiva di deviare su un itinerario esterno al centro abitato il traffico che fino a quel momento transitava sulla storica statale 12 dell'Abetone e del Brennero attraverso la zona edificata alla periferia Sud della città e il sobborgo con evidenti benefici in termini di sicurezza e di riduzione degli inquinamenti per un vasto bacino di popolazione residente.
Il parroco don Antonio Brugnara tenne a sottolineare che la benedizione «non aveva nulla di magico, perché non è che con l'acqua santa che una strada prodigiosamente più sicura. La benedizione - disse - è un richiamo alla responsabilità di chi userà la strada, perché lo faccia con un occhio sempre rivolto alle esigenze e alla sicurezza propria e degli altri».
Il taglio del nastro toccò ad una più che soddisfatta presidente della Circoscrizione Lorena Bridi.
Che l'opera sia importante e che abbia tolto gran parte del traffico che prima transitava su via Nazionale, via Ronchi e via San Vincenzo è sotto gli occhi di tutti, quindi opportune e centrate furono le parole spese in quel giorno di festa.
Non passarono molti giorni, però, che una criticità si palesò agli occhi degli automobilisti che uscendo dalla corsia sud della circonvallazione, impegnavano la bretella e si immettevano sulla via della Gotarda. Uno spazio ristretto di manovra, un guard-rail troppo alto (successivamente abbassato) costringevano (e tuttora costringono) ad uscire con il muso della macchina sulla carreggiata; uno specchio di fronte male impostato, un leggero dosso e la complessiva visibilità assai ridotta rendono l'immissione oltremodo pericolosa.
Con sollecitudine si fece interprete della situazione la Circoscrizione, la quale in quasi tutti i documenti sulle «priorità» votati in questo decennio ha toccato l'argomento, pur sapendo che l'opera è di competenza provinciale. Quest'anno, in un capitoletto del documento approvato in luglio e dedicato a quelli che il consiglio ha definito «percorsi di dialogo» che l'amministrazione comunale è sollecitata ad intraprendere con la Provincia e la A22, i ponti sull'Adige e sull'autostrada sono stati individuati come due manufatti da (ri)progettare «in modo integrato per arrivare ad una struttura unica, moderna, adeguata che consentirebbe il riordino di tutta l'area, svincoli e intersezioni compresi».
L'incidente mortale del 7 agosto scorso, ove ha perso la vita il fotografo roveretano Daniele Benedetti, ha poi drammaticamente riaperto l'annosa questione.
Il consigliere del Cantiere civico Massimo Ducati ha presentato un'interrogazione: «Lo svincolo - scrive - fin dalla sua realizzazione ha presentato forti criticità in termini di funzionalità e sicurezza e spesso è stato teatro di incidenti anche molto gravi, tanto che nel Piano urbano della mobilità ne è previsto un suo adeguamento». Ricordando che nel novembre del 2010, in occasione dell'aggiornamento del Pum, l'aula accolse un suo ordine del giorno con il quale chiedeva«di modificare il piano attuativo degli interventi dando maggior priorità alla sistemazione dello svincolo»,
Ducati vuol conoscere «se, ad oggi, tra Comune e Provincia, confidando nella successiva assegnazione delle risorse necessarie e a tutela di chi vi transita, è stato almeno avviato un percorso di approfondimento e progettazione utile alla sistemazione dello svincolo».