Cantiere della ciclabile: rischi e disagi In via Fontana i negozianti protestano
Una città green, sostenibile, ecologica, nella quale tutti, o almeno tanti, si muovono in bicicletta. Bello, bellissimo e tutti, o almeno tanto, saranno certamente d'accordo con questa visione. E allora via con le piste ciclabili e con i lavori per realizzarle: a questo punto, però, c'è anche chi inizia a storcere il naso. Chi vive e lavora in zona, soprattutto, inizia a vedere concretamente come cambierà volto un'area e inizia a protestare.
È il caso di via Fratelli Fontana, una delle più trafficate della città. I lavori, per 1,5 milioni di euro, sono iniziati poco più di un mese fa e dureranno fino alla prossima estate: sono iniziati i disagi, per i commercianti e per il traffico, ma quello che preoccupa non è tanto l'oggi, quanto il domani.
«Questo progetto non ci piace. E parlo per me e la mia attività, ma credo anche per molti altri negozianti e cittadini, visto che ci stiamo confrontando. La ciclabile, così come è stata pensata, avrà effetti disastrosi, soprattutto a livello economico». A parlare è Thomas Ceccato, titolare di Rinnova Casa, un'agenzia che si occupa di ristrutturazione, consulenza e progettazione. Con lui c'è l'architetto Trentini, suo consulente. I due spiegano.
«Questi lavori hanno un impatto molto forte sulle attività commerciali della via. E soprattutto continueranno ad averlo una volta terminati. Nel progetto è previsto che la parte destra della strada, andando verso il "tombone", diventi un marciapiede-ciclabile, senza alcun tipo di divisoria. Questo diventerà pericoloso per i pedoni, per chi attraversa la strada e per chi esce da un negozio. Il marciapiede deve essere destinato all'esclusivo transito dei pedoni: non lo diciamo noi, ma l'articolo 3 del codice della strada». Usciamo in strada e proviamo a immaginare quello che sarà: via ruspe, operai, birilli, segnali di lavori in corso, e mettiamo questa pista ciclabile-marciapiede, immaginando le due corsie per auto e autobus.
Effettivamente l'ipotesi avanzata da Ceccato e Trentini regge. Il titolare spiega. «Io non sono contrario alle biciclette e ai trasporti ecologici, ci mancherebbe. Ho perfino l'auto elettrica. Il problema è che questi lavori provocano danni economici oggi, ma anche in futuro».
Per questa mattina, venerdì, è previsto un incontro con l'assessore Italo Gilmozzi e alcuni tecnici del Comune, proprio presso il negozio di Ceccato: un confronto per spiegarsi e, possibilmente, porre dei miglioramenti al progetto. Ma perché oggi? C'è stato qualche incontro con l'amministrazione pre-cantiere? «Nessun incontro, nessuno si è fatto vedere, abbiamo appreso il progetto dai giornali e dal sito del Comune e poi abbiamo visto arrivare gli operai».
Andiamo in un altro negozio della via. C'è una giovane ragazza. Ma questi lavori, chiediamo. «Questa porcheria», ci risponde. E prosegue: «Fare carico e scarico è impossibile ora e lo sarà ancora di più in futuro. Avremo i ciclisti che sfrecciano a dieci centimetri dalla porta d'ingresso e attraversare la strada non sarà facile. Chissà se resterò qui?». Entrano due signore. Ascoltano e non resistono all'esprimere la propria opinione. «Non ci piace e non capiamo il perché». Questa mattina Gilmozzi proverà a spiegarlo. E, a giudicare dall'umore in zona, dovrà essere convincente.