Via dei Tigli, nuovo quartiere via libera in comune al progetto di S. Bartolomeo
Ultimo passaggio amministrativo per l’infinita storia della ricostruzione di metà del quartiere di San Bartolomeo, quello che risorgerà attorno a viale dei Tigli. Il consiglio comunale ha approvato l’accordo di programma tra Comune e Itea per la realizzazione quattro palazzine con 28 alloggi da destinare alla locazione a canone moderato e servizi, tra cui in particolare la nuova biblioteca a servizio della circoscrizione Oltrefersina, oltre a quattro spazi da destinare a uso commerciale.
La riqualificazione prevede oltre alla parte edilizia anche una piazza, la pista ciclabile e spazi per il verde. La palazzina con biblioteca, che avrà solo quattro abitazioni, sarà affacciata sulla piazza. Verranno inoltre rivisti i parcheggi nell’intera area, con la costruzione di 56 stalli interrati a servizio di palazzine e biblioteca e 16 a raso, tra la strada di accesso all’area e il parco Pruner. Nell’ambito dell’accordo, Palazzo Thun si impegna a investire 3,6 milioni nel progetto che prevede un costo complessivo di circa 14 milioni. Il resto lo ha già stanziato la Provincia con un contributo di 8 milioni 114 mila euro, in parte cofinanziato dallo Stato, e con un ulteriore stanziamento di 1,392 milioni già inserito nella legge di bilancio prossimamente in discussione in consiglio provinciale.
Approvato il piano ora la palla passa all’Itea che procederà alla definizione del progetto esecutivo nel corso del 2020 (parte architettonica elaborata internamente e quella impianstitica esternalizzata tramite gara) e punta a partire con gare d’appalto e lavori nel 2021. Saranno a quel punto passati quattordici anni da quando le cosiddette palafitte, le tredici vecchie palazzine di edilizia popolare costruite dall’Itea negli anni Settanta per far fronte all’emergenza abitativa, erano state rase al suolo. Già da tempo gli edifici, ormai vecchi e difficilmente risanabili, erano disabitati e all’epoca si era deciso che sarebbe stato più conveniente buttare giù l’intero quartiere per ricostruirlo con criteri moderni. Il tentativo però ha fatto fatica a decollare, incagliato nelle secche di bilanci pubblici sempre più magri e di scarse risorse a disposizione anche dell’Istituto di edilizia abitativa per un’operazione che inizialmente si proponeva di realizzare più di cento nuovi alloggi. Proprio il fattore finanziario ha spinto negli ultimi anni a ridimensionare l’intervento, partendo per iniziale con uno stralcio con meno di un terzo delle case ma anche con la realizzazione di servizi e negozi. Una immissione sul mercato di una trentina di alloggi a canone moderato che potrà dare risposte a quella fascia di cittadini troppo poveri per comprare casa ma anche troppo ricchi per poter accedere alle graduatorie dell’edilizia popolare.