Minacciati con la pistola Parla la ragazza aggredita
«Sto bene, ho passato un’intera giornata tra uffici delle forze dell’ordine per la denuncia e ospedale, per il braccio. È stata una giornata difficile, dopo attimi di grande paura, ma tutto sommato sto bene».
È ancora comprensibilmente provata Deborah, la ventunenne della collina del capoluogo che l’altra sera ha subito la violenta, brutale aggressione da parte di due rapinatori, mentre assieme ad un amico si trovava al parcheggio del parco di Martignano.
Un luogo ritenuto tranquillo, almeno fino a domenica sera. «Non credevamo davvero a quello che ci stava accadendo», racconta la giovane. «Soprattutto poi, ripensandoci con calma, appare incredibile che tutto sia accaduto proprio lì, a quell’ora. Capisco - anche se è comunque profondamente preoccupante ed ingiusto - che non ci si possa fidare a passare di lì nel cuore della notte. Ma erano le 21.30, non era tardi. E c’erano tante persone che a quell’ora stavano passando di lì per raggiungere la vicina area cani».
I due giovani si sono dunque ritrovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Evidentemente al loro arrivo al parcheggio, nessuno si trovava nei pressi ed i due malviventi si sono sentiti liberi di entrare in azione: «Credo non fosse passato neppure un minuto da quando avevamo fermato l’auto, in uno degli stalli del parcheggio. Io avrei dovuto scendere di lì a poco, la mia auto era nel posto a fianco. Eravamo passati al parcheggio proprio perchè lì avevo lasciato la mia macchina, con cui poi avrei dovuto andare a casa».
Improvvisamente, il rumore dei vetri di uno dei finestrini mandato in frantumi.
«Non abbiamo avuto neppure il tempo di cercare di capire che cosa fosse stato: ho solo visto davanti a me due sagome, quelle di due persone incappucciate e con il passamontagna, di quelli con tre buchi, per gli occhi e la bocca. Hanno iniziato a chiderci di dare loro quello che avevamo: «Soldi, portafoglio, cellulari», uno di loro ha detto solo questo».
Nonostante la paura, però, i due giovani hanno cercato di reagire: «Non so come abbiamo fatto, forse la tensione, l’adrenalina del momento, ma non abbiamo ceduto. Io istintivamente ho messo la giacca dietro la schiena, per impedire che potessero strapparmi la roba di dosso. Poi, mi sono ritrovata con la pistola puntata a una ventina di centimetri. Sarà stata forse una scacciacani, ma sul momento la paura è stata davvero tanta. Anche perché uno dei due ha iniziato a strattonarmi per un braccio, come a volermi tirare fuori dall’auto. A quel punto l’amico che mi aveva accompagnato al parcheggio ha provato a reagire, ma l’hanno minacciato con un coltello. Per fortuna siamo riusciti a rimettere in moto la macchina e ad allontanarci, ma uno dei due continuava a strattonarmi, ho il braccio pieno di lividi».
Un’esperienza terrificante, prima di riuscire a mettersi al sicuro e chiamare le forze dell’ordine. La speranza ora è che le indagini possano permettere di risalire ai due rapinatori.