Il centrodestra non trova il candidato Andrea Girardi si tira indietro e torna l'idea di Sergio Divina
Andrea Girardi ha detto no al centrodestra. L’avvocato ed ex presidente di A22, per anni uomo di fiducia di Ugo Rossi, non sarà il candidato sindaco di Trento della coalizione che ha nella Lega il partito più forte. La decisione di declinare la proposta che gli era stata fatta la scorsa settimana, è arrivata ieri sera. Dopo un giorno di riflessione. Il no sarebbe dovuto - spiega chi gli ha parlato - al timore che il suo impegno politico possa risultare incompatibile con la propria attività professionale. Potrebbero però aver influito in modo determinante le telefonate ricevute tra domenica e ieri da alcuni importanti esponenti del Patt, che gli hanno sconsigliato di scendere in campo con la Lega.
La notizia ha deluso profondamente le forze autonomiste e civiche del centrodestra, Progetto trentino compreso.
Andrea Girardi era per loro l’uomo giusto per contrastare Franco Ianeselli.
C’è comunque chi, una volta saputo di questo rifiuto, ha tirato un lungo sospiro di sollievo. A margine del Consiglio provinciale, infatti, tra i consiglieri della Lega non c’era grande entusiasmo intorno al nome del legale. Il suo passato legato a doppio filo con l’ex governatore della Provincia, Ugo Rossi, veniva considerato una macchia indelebile. Meglio puntare su altri.
La coalizione ha deciso di convocare subito, dopo la seduta consiliare, una riunione per fare il punto della situazione in chiave elettorale. Sul tavolo sono tornati profili che sembravano definitivamente scartati, come quelli di Marcello Carli e Laura Strada, e altre opzioni che finora non erano mai state prese in seria considerazione. Ieri mattina Mirko Bisesti era certo che a breve la partita del candidato sindaco sarebbe stata chiusa.
Il no di Girardi e i ripetuti avvertimenti alla Lega, di chi fa parte del centrodestra, della necessità di puntare su una figura non identificabile con un partito ora complica le cose. Così tanto che non si può scartare l’ipotesi che, in mancanza di candidati “poco convincenti”, il Carroccio decida di imporre una persona di suo gradimento. Magari Sergio Divina, il quale rispondendo a Paolo Ghezzi che durante un’audizione sul Centro Culturale Santa Chiara gli aveva chiesto se sarà candidato sindaco, è rimasto sul vago. E ha dichiarato: «Dovessi essere chiamato a ruoli nella funzione pubblica, deciderò se aderire alla proposta».