Un fulmine taglia fuori il Palon dalla stagione turistica estiva sul Monte Bondone
La stagione turistica estiva sul Bondone sarà orfana del bar al Sole e dell’ascesa in seggiovia da Vason fino alla cima del Palon. Colpa di un fulmine che qualche giorno fa ha colpito l’impianto di risalita danneggiando irrimediabilmente il cavo portante. La fune si è gravemente danneggiata e non ha più le caratteristiche per lavorare in sicurezza; il problema è che la sostituzione non è cosa che si può fare dall’oggi al domani; bisognerà bandire una gara tra fornitori e se tutto va bene il lavoro potrà essere effettuato in autunno.
Dunque niente apertura estiva della seggiovia, come avveniva nelle ultime stagioni, e a qual punto anche il rifugio in vetta rimarrà chiuso: «Inutile tenere aperto per le poche persone che affrontano la salita a piedi, tenendo conto che la maggior parte delle camminate in estate viene fatta più in basso, verso le Viote o nei boschi a quote inferiori» fa presente il presidente di Trento Funivie, Fulvio Rigotti. Sostituire il cavo costerà alla società 70.000 euro, spesa comunque coperta da assicurazione.
Intanto nei giorni scorsi si sono messi al lavoro lungo Lavaman e Cordela gli operai incaricati di effettuare interventi di modifica dell’impianto di illuminazione installato l’anno scorso per illuminare le piste e permettere lo sci in notturna. Vedere ruspe all’opera e pali smontati aveva fatto pensare a uno smantellamento delle strutture, che lo scorso inverno avevano provocato diverse polemiche per il notevole impatto ambientale e paesaggistico. «Nulla di tutto ciò - assicura Rigotti - semplicemente la Provincia ha dato qualche indicazione di modifica relativamente alla quantità di lampade usate e al loro orientamento ma non c’è alcun ripensamento su un investimento che al contrario ci ha dato molte soddisfazioni.
Le serate sugli sci hanno avuto un successo incredibile con picchi di 3.800 passaggi in una sera, notevoli per un impianto che ha una portata oraria massima di duemila persone».
Anche il buon andamento dell’attività in notturna ha contribuito a portare in positivo, per il quarto anno consecutivo, il bilancio della società chiuso al 30 giugno. Il piccolo utile, che sarà ufficializzato nell’assemblea di settembre, arriva nonostante la chiusura anticipata della stagione invernale a causa dell’emergenza coronavirus che si calcola abbia sottratto alla voce “entrate” circa 250.000 euro che si sarebbero incassati nel mese di marzo. Ma Covid 19 ha portato sulla montagna di Trento, come altrove, soprattutto incertezza per il futuro e in una situazione simile diventa difficile anche programmare investimenti che risultano comunque necessari per rimanere sul mercato dell’offerta sciistica. Oltre alla sistemazione dell’illuminazione Trento Funivie ha comunque programmato un allungamento del tapis roulant sulla Cordela e l’inerbimento del fondo lungo le Rocce Rosse dopo l’apprezzato intervento di sistemazione del fondo per togliere i sassi e migliorare l’innevamento artificiale.
A proposito di neve sparata, Rigotti ha preso atto con qualche rammarico della cancellazione dal piano regolatore del progetto di realizzare un bacino di accumulo alle Viote: «Purtroppo - commenta - questo ci mette in condizione di svantaggio rispetto ad altre località perché quando a novembre fa freddo ed è ora di sparare noi dopo due giorni finiamo l’acqua mentre gli altri possono preparare le piste al meglio».