L'assalto dei motociclisti alle strade del Bondone
Arrabbiati sì, ma anche consapevoli che le moto, sul Bondone, sono una risorsa turistica e quindi economica. Residenti e proprietari di seconde case sono pronti a trovare un compromesso. No a un Bondone trasformato impunemente in pista da corsa per bolidi a due ruote, ma nemmeno ostracismo o messa al bando dei motociclisti. Con i motociclisti che si difendono: «Sbagliato demonizzare un'intera categoria. Tra di noi c'è, come tra chiunque, chi riga dritto - la maggioranza - e chi esagera».
Sono sempre di attualità le lamentele di chi d'estate popola le case di Candriai, Vaneze, Norge, Vason o abita stabilmente a Sardagna, Sopramonte e Candriai: troppe moto, fumi, sgasate, rombo di motori, stridere di pneumatici. Con impennate insostenibili nei weekend estivi. Con troppi aspiranti Valentino Rossi o Marc Marquez che scambiano i tornanti dell'Alpe di Trento per i circuiti del Mugello, di Misano, di Jerez o Le Mans. Una domenica come ieri, di stagione estiva e con condizioni meteo perfette, invitava a salire in sella e divertirsi sui 17 km di tornanti tra Trento e Vason. All'inizio della salita dopo il viadotto Montevideo non passa inosservata una numerosa comitiva di motociclisti tedeschi con moto stradali e granturismo.
Oliver, un centauro di mezz'età, parla a nome del gruppo: «Veniamo da Stoccarda. Abbiamo scelto queste montagne per un giro di 5 giorni. Abbiamo pernottato a Caldonazzo due notti. Oggi il Bondone, domani il Garda. Io vado a un'andatura turistica ma non nego che tra di noi c'è qualcuno a cui non dispiace la velocità. Queste strade sono molto belle e ben tenute».
Sui tornanti salgono moto soprattutto con targa italiana: Mantova, Vicenza, Padova, anche Rimini. A Candriai uno striscione ammonisce: «Siete in un centro abitato». Incorpora anche la traduzione in tedesco. «Qui il 90% del traffico è dato dalle moto», spiega Daniela Sartori, dell'Hotel Posta, che la sua famiglia gestisce da 60 anni. «Ma qui a Candriai non beneficiamo di questo flusso.Elevato nel weekend, ma anche nei giorni infrasettimanali, se c'è bel tempo. Perché ai motociclisti piace arrivare in vetta. Qua non si fermano. Le moto dei tedeschi, comunque, sono grosse ma silenziose. Fanno più rumore i giovanissimi che salgono da Trento con cinquantini con marmitte rumorose, anche di sera. Quest'anno abbiamo un calo del 50% di turisti. Apriamo solo la pizzeria e solo di sera. Quindi i motociclisti sono benvenuti, ma devono rispettare le regole e i limiti».
Beatrice Virgili è di Martignano e viene in Bondone da una vita. Prima in affitto, dal 1994 nella casa comprata dalla figlia all'inizio di Candriai: «Il problema c'è. Moto ma anche auto sportive che salgono da Sardagna e Sopramonte, che entrano nel centro abitato come se non ci fossero case. Veniamo qui per la pace e la tranquillità. Di sera tardi salgono ragazzi con moto rumorose e accendono fuochi ai bracieri. Non siamo tranquilli. I controlli sono davvero pochi».
Renata e Ivo sono una coppia di Gardolo che prende il fresco sotto i larici di Candriai. Lei legge l'Adige e mentre le parliamo rombano due moto alle spalle. «Fastidio? Mah, ci si abitua. Il rumore va a ondate. Pur di sfuggire al caldo della città, lo sopportiamo».
Al tornante del Norge troviamo Sergio Agostini, di Sopramonte, che sistema il giardino della sua seconda casa: «Sì, le moto ci sono tutti i giorni, dopo il lockdown sono aumentate rispetto agli anni scorsi. Su questo tornante cercano di decelerare e poi riprendono velocità. Dobbiamo convivere. Quando guido in discesa, vado piano per evitare rischi. Ma su questi tornanti a volte anche auto e bici esagerano, non me la prenderei con le moto».
A Vason, nel parcheggio dell'Hotel Montana, Fabio di Schio e Antonio di Bergamo sono appena arrivati in sella alle loro Guzzi e Triumph. Vogliono rappresentare la faccia bella del mototurismo: «Siamo amici e soci di motoclub. Siamo partiti stamattina (ieri, ndr) da Schio e Bergamo. Ci siamo trovati a Riva del Garda per salire qui, dove siamo già stati per dei raduni che quest'anno sono stati annullat». Fabio precisa: «Ho fatto la Vallarsa e so che lì le multe hanno fatto rallentare chi esagerava. Io vado a una velocità turistica». «Anche per me il piacere della moto non è la velocità, ma la bellezza degli itinerari e mi piace il turismo lento. Per venire qui ho fatto il Passo Crocedomini e la Val di Ledro. Noi motociclisti non beviamo una birra e via, ma pranziamo, ceniamo, ci trattiamo bene e spesso pernottiamo».
Ma perché il Bondone piace tanto ai centauri? Fabio e Antonio hanno la risposta pronta: «Perché davvero poche montagne hanno quattro strade per salirvi e ben tre piuttosto larghe. Ci puoi passare una giornata, vicino al Garda e all'autostrada. E poi sullo Stelvio o al Sellaronda c'è molto più traffico». E così, concludiamo la chiacchierata chiedendo loro un podio personale delle salite alpine più belle: «Il Bondone è tra le prime tre-quattro, insieme al Gavia, che è un po' strettino, al Giau e allo Zoncolan».