A malga Candriai la fattoria con molti animali e anche la pet-therapy

di Nicola Maschio

Progetti, speranza per il futuro e tanta voglia di ripartire. Esattamente un anno fa, Joseph Berloffa prendeva in gestione malga Candriai a soli 22 anni, insieme alla sorella Melody e alla madre Danila, con l’intento di dare nuova vita al monte della città di Trento, il Bondone.

Il via ufficiale all’attività in novembre, poi il periodo turistico invernale ed infine, in modo totalmente inaspettato, il lockdown dovuto alla pandemia di Coronavirus. Mesi difficili per Joseph e la sua famiglia, che non hanno potuto sfruttare al meglio tutti i loro prodotti tipici, frutto del lavoro dei tanti animali presenti alla malga, oltre al fatto di aver sostenuto ingenti spese per la gestione della struttura. «È stato un momento di grande difficoltà - ha spiegato il giovane gestore - La paura è stata molta e tutt’ora è rimasta, ma crediamo tantissimo in ciò che stiamo facendo e dunque la crisi non ci ha abbattuto. Economicamente è stata dura, non abbiamo ricevuto aiuti e credo che, se non avessimo avuto una gestione di tipo famigliare, non ce l’avremmo fatta. Ora invece siamo pronti a ripartire con tanti progetti e vediamo che, pian piano, in molti stanno riscoprendo la bellezza di questo luogo, forse ancora troppo trascurato».

Nonostante le accortezze prese per evitare il diffondersi dell’emergenza, come distanziamento e numeri ristretti in merito ai posti disponibili, Joseph e la sua famiglia si sono rimboccati le maniche ed ora aspettano i turisti con tante nuove proposte. Ad attirare grandi e piccini c’è ovviamente la fattoria didattica, con una varietà di esemplari davvero invidiabile: cinque asini, un pony e il suo cucciolo, due mucche, quattro capre, dieci pecore, tre cavalli, conigli, galline e addirittura due lama.

L’introduzione di molti animali diversi era una delle prime idee di cui aveva parlato Joseph lo scorso anno, soprattutto per quanto riguarda le attività legate ai disabili. La pet-therapy è infatti una delle novità della gestione, con la possibilità da parte delle persone meno fortunate di entrare in contatto con gli animali stessi, di toccarli e conoscerli. Le reazioni, sostiene il giovane titolare di malga Candriai, sono davvero da lacrime agli occhi.

Inoltre, Joseph ha rivolto grande attenzione alle piante e alle loro diversità: agli ospiti che richiedono l’insalata, ad esempio, viene portata direttamente dall’orto vicino alla struttura, mentre per i più appassionati ci sono appositi percorsi di «studio» alla scoperta di profumi e piante spontanee. «La sera invece, lasciamo che gli ospiti accompagnino gli animali nelle stalle, oppure accendiamo per loro un falò cosicché possano godersi la nottata - ha aggiunto Joseph - Abbiamo notato che queste iniziative non richiamano solo famiglie o persone di una certa età, forse più legate alla montagna, ma si sono rivelate molto attrattive anche nei confronti dei giovani. C’è grande voglia di riscoprire luoghi poco conosciuti o dimenticati, come paradossalmente è il Bondone.

Alcuni addirittura non conoscono questa malga, nonostante un’attività alle spalle di quasi trent’anni; eppure ora, dopo l’emergenza Covid, in tanti hanno voglia di vivere nuove esperienze e noi siamo qui per loro. Certo, in questa estate particolare ci mancheranno i progetti con le scuole o le colonie, abbiamo dovuto rinunciare ad una camera e lo spazio per la ristorazione è stato ridotto; tuttavia, i laboratori e le esperienze che abbiamo studiato per i nostri ospiti saranno sicuramente in grado di sopperire a queste difficoltà».

Il futuro di Joseph e di malga Candriai sembra dunque tracciato: progetti volti al miglioramento, potenziamento continuo della fattoria, prodotti freschi a chilometro zero ed una grande voglia di ripartire dopo la crisi emergenziale. Con un occhio però rivolto al futuro, senza escludere la possibilità che qualcosa cambi nuovamente:«Purtroppo ormai c’è grande confusione sulle regole inerenti l’emergenza Covid - ha concluso il ragazzo - Noi gestori dobbiamo rispettare tanti protocolli, poi però basta fare due passi in città per rendersi conto che le regole sembrano non esistere. Siamo comunque molto ottimisti, tante nostre prenotazioni sono di trentini che vogliono riscoprire il territorio».

 

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