Rivive il Palazzo delle Poste: workshop d'artista, mostre e visite guidate con il Touring
Il Palazzo delle Poste di Trento, abbandonato da anni, in pieno centro storico torna a vivere con una esposizione d’arte, workshop creativi e la possibilità di visitare parte della struttura che da tempo è in vendita.
Tutto questo grazie a «Atlas Curae - Per una mappa visiva sul tema della cura tra arte pubblica e pratiche pittoriche» a cura del Collettivo MAVI (Veronica Bellei, Francesca Piersanti) con Elisa Casati e l’Associazione culturale H2o+
Da giovedì a domenica, nell’area ex Dopolavoro (entrata da via Santissima Trinità), Workshop con gli artisti Emanuele Benedetti, Luciano Civettini, Luca Coser, Federico Lanaro, Angelo Morandini, Museo Wunderkammer, Laurina Paperina, Michele Parisi, Gianni Pellegrini, Giuliana Racco, Nuvola Ravera.
L’esposizione dei lavori si protrarrà poi fino al 27 settembre. Sarà possibile prenotare una visita agli spazi dell’ex dopolavoro al termine delle quattro giornate, a partire dal pomeriggio di domenica 13 e nei weekend di apertura dalle 15 alle 18, con la presenza dei volontari del Touring club italiano che offriranno brevi focus sul palazzo, e insieme allo staff di Atlas curae per un focus sul progetto e sulle opere esposte.
Info e prenotazioni sul sito: www.atlascurae.it
«Atlas Curae», scrivono gli organizzatori, «è il tentativo di avviare un’indagine visiva sul tema della cura, dell’inclusione sociale e della rigenerazione urbana attraverso l’attivazione, la creazione e la rielaborazione di immaginari che mescolano le pratiche dell’arte contemporanea alle urgenze del nostro tempo e della dimensione urbana. E’ il desiderio di aprire un dialogo tra la riflessione artistica, quella sociale e un luogo che ha accolto nella sua lunga storia una molteplicità di viaggiatori e artisti, intersecato messaggi e forme».
Undici artisti si confrontano con il tema, con gli spazi dell’ex dopolavoro del Palazzo delle Poste di Trento (messi a disposizione da Europa Gestioni Immobiliari, che ha la proprietà dell’immobile) con pubblici di appassionati che si mescolano a quelli provenienti dalle cooperative sociali del territorio partner di progetto, alle quali è riservata una parte dei posti.
Il progetto è sostenuto dall’Ufficio Cultura, Turismo e Politiche giovanili del Comune di Trento.
Tutte le attività sono gratuite su prenotazione.
Biglietti ancora disponibili, (ad esclusione di Laurina Paperina che ha fatto il tutto esaurito poco dopo l’apertura delle iscrizioni).
Sei artisti invitati per la sezione «Atlas curae_Scuola di Pittura» a lavorare insieme al pubblico proponendo sguardi e tecniche differenti si alterneranno durante le quattro giornate negli spazi del chiostro e della Sala Montacarichi.
Si va dalla lezione sul tema del corpo di Luca Coser, all’incontro con la giocosa irriverenza di Laurina Paperina che propone un laboratorio di rielaborazione di cartoline; dalla sperimentazione del linguaggio denso di stratificazioni di memorie e materiali di Luciano Civettini, alla divertente Imboscata di Federico Lanaro che offrirà la possibilità di costruire un’opera partecipata attraverso multipli; dalle atmosfere polverose e rarefatte di Michele Parisi da raccogliere in taccuini forniti ai partecipanti all’arte aniconica e intellettuale di Gianni Pellegrini.
Cinque artisti invitati per la sezione «Atlas curae_Arte Pubblica» coinvolgeranno i pubblici in esperienze performative e di approfondimento sul tema attraverso la sperimentazione di linguaggi artistici differenti tra la Sala delle Colonne e la Sala Manifesta.
Giuliana Racco ha coinvolto un gruppo di migranti e richiedenti asilo per esplorare insieme a loro il significato della parola «Limbo», Angelo Morandini lavora con gruppi di giovani sulla superficie di una parete sviluppando una grande tela sociale che modifica la percezione dello spazio, Museo Wunderkammer presenterà in anteprima un importante biennale che avrà luogo in Trentino, Nuvola Ravera lavorerà sul tema dello scudo proteggendo piccole porzioni dell’edificio, Emanuele Benedetti lavorerà sulla percezione di sé in relazione all’altro utilizzando specchi, disegno, movimento.
Per i più piccoli è previsto un evento di Microteatri con i burattini di Luciano Gottardì, Michela Cannoletta e Alessandro Guglielmi nel pomeriggio dell’11 settembre.
Il Palazzo delle Poste di Trento. Sorto sulla sede di un palazzo nobiliare di epoca rinascimentale, Palazzo a Prato, che fu in gran parte distrutto da un incendio a metà Ottocento e subito trasformato sotto la dominazione asburgica in un palazzo postale.
Poi in pieno pariodo fascista, l’architetto Mazzoni, artefice della grande revisione novecentesca realizzata in chiave futurista del Palazzo delle Poste scriveva nel 1934: «la sede della direzione provinciale delle Poste di Trento non è un palazzo ma un insieme di costruzioni fra loro unite».
Il Palazzo è infatti esito di qualcosa di diverso da una ristrutturazione, o un restauro: nasce dall’unione e inclusione dei resti del cinquecentesco palazzo della Famiglia a Prato (del quale rimangono visibili il portale rinascimentale, la trifora che si affaccia sul cortile e alcune arcate) con le vecchie poste austrungariche, che non furono demolite ma reinterpretate in chiave futurista.
La grande opera si presentava d’un intenso blu sabaudo, a celebra la recente annessione di Trento all’Italia, e arricchita da preziosi interventi artistici realizzati dai più importanti artisti del tempo: gli affreschi di Luigi Bonazza e Gino Pancheri (che era anche autore del famoso fascio littorio di via San Pietro), la scultura di Stefano Zuech raffigurante San Cristoforo sul lato sud del palazzo.
Infine le vetrate: quelle intatte al primo piano di Enrico Prampolini e quelle perdute di Tato e Fortunato Depero che erano posizionate nel porticato del chiostro e immergevano in caleidoscopici giochi di luce gli spazi dell’ex dopolavoro, che vivranno attraverso gli interventi degli artisti invitati, di nuovi colori e nuove attenzioni.