La «movida» in centro a Trento Ianeselli avverte: ragazzi, dovete essere responsabili
Finita la campagna elettorale, formata la nuova giunta, per Franco Ianeselli inizia la stagione della gestione dei problemi: uno su tutti, la «movida» senza freni nella zona del centro storico. Anche sabato, come testimoniano le foto scattate da un solerte residente, piazzetta Santa Maria Maddalena si è trasformata nel «punto caldo» di ritrovo dei giovani e giovanissimi della città di Trento. E sempre senza distanziamento o mascherine. Il nuovo sindaco sarà «sceriffo» o «ambasciatore»?
Franco Ianeselli, oggi, è intervenuto sul tema dalla sua pagina Facebook. Chiarissimo il suo messaggio: «C’è il diritto a passare il sabato sera con gli amici bevendosi due birre ma oggi c’è soprattutto il dovere di tutti di proteggere la nostra comunità da un virus pericoloso che ha rialzato la testa. E di proteggere soprattutto chi è più fragile e rischia di pagare le conseguenze più pesanti.
È un appello quello che mi sento di fare oggi ai giovani e giovanissimi che anche questo sabato sera hanno riempito l’area di via Santa Maria Maddalena. Quegli assembramenti di centinaia di persone quasi sempre senza mascherina non sono accettabili anche per una ragione di salute pubblica.
Il Comune è pronto a intervenire con misure ad hoc - già domattina incontrerò gli esercenti della Trento notturna per condividerle con loro -, ma prima di interventi repressivi io sento di rivolgermi ai ragazzi, perché la salute di tutti passa in questo momento anche dal loro senso di responsabilità».
Un avvertimento chiaro e forte, che viene commentato da moltissimi cittadini. C’è chi ricorda che «con la Scaletta chiusa, il problema rimane, è tutto uguale», e che quindi coercizioni verso i locali pubblici sono inutili. E chi (come ad esempio Federico Zappini, che è stato candidato per la coalizione di Ianeselli), ricorda «troviamo il modo di coinvolgere anche i consiglieri e le consigliere circoscrizionali (del centro storico in particolare per pertinenza territoriale) per immaginare - già nei prossimi giorni - un lavoro di sensibilizzazione e aiuto in quei luoghi maggiormente sensibili. Mettiamo in campo tutte le energie possibili per non dover arrivare a ulteriori restrizioni e per agire da comunità consapevole».
C’è anche chi allarga la visuale: tutti parlano di questa zona - afferma un utente - ma ci sono altre zone in cui la situazione è la stessa, ad esempio via Calepina, via Verdi, via Santissima Trinità, via mazzini. Oppure chi fa ironia: «e quindi il focolaio nel convento di suore è dovuto alla movida?»