Via Veneto e le bici sul marciapiede Scontro tra Andrea Castelli e il comandante Giacomoni
«È una battaglia persa. Contro la maleducazione, la sfrontatezza di chi ha torto e vuole avere ragione. Con controlli che non ci sono. Basterebbe poco per provare a migliorare la situazione».
È scoraggiato Andrea Castelli, dopo aver visto sua moglie venir travolta da un ciclista su un marciapiede di via Vittorio Veneto dove le biciclette non potrebbero transitare.
Ma battagliero, tanto da aver avviato un vivace confronto con il comandante della polizia locale di Trento Lino Giacomoni. Vivace almeno da parte dell’attore, «perché dopo essere rimasto deluso dalla risposta del comandante gli ho scritto di nuovo. Senza ottenere repliche».
L’incidente risale a un mese fa, quando sua moglie, Nicoletta Girardi, era stata travolta da un giovane in bici.
Un episodio che segue quello di metà giugno, quando Adriano Cavosi, storico titolare del Maly Bar, era stato picchiato dopo aver rimproverato una ciclista che sfrecciava tra l’ingresso del locale e i tavolini. Lei era tornata con amici e lui era finito in ospedale.
«Chiariamolo subito: questo non è uno scontro tra pedoni e ciclisti. Io stesso sono ciclista, in città mi muovo in bicicletta», spiega Castelli: «La questione qui è di educazione, rispetto delle regole. Rispetto dell’altro. Sa quante persone sul marciapiede in bicicletta di suonano col campanello per chiedere strada. Sa quanti “che c... vuoi?” rimedi se glielo fai presente? Anche da parte di distinti signori con i figli sul seggiolino».
E qui entra in scena il comandante della polizia locale: «Sì - spiega Castelli - perché di fronte a tutto questo gli ho scritto, segnalando la gravità della situazione. E l’assenza di agenti in via Veneto. Mi ha risposto dicendo che i controlli ci sono, che ci sono i vigili bikers, ma tutti possono confermare il contrario. Nessuno in via Veneto dice di averli notati, gli ho spiegato, dicendogli anche che anche il classico, semplice, agente appiedato lungo la strada, che come deterrente funzionerebbe, è raro a vedersi. Ha risposto tra l’altro con freddezza, di fronte alla mia accorata lettera. Ora vedrò di poter incontrare il sindaco, non intendo lasciar cadere così la questione. La pista ciclabile c’è, ampia, comoda, sull’altro lato della strada, non è accettabile che per la maleducazione di pochi si ripetano casi come quelli che hanno coinvolto mia moglie e che spesso rischiano di coinvolgere anche altri residenti».