Politica/ La protesta

Contro il 5G, il capogruppo di Onda Civica annuncia: «Due giorni di sciopero della fame»

La Commissione della Camera ha dato il via libera, l’esponente comunale parteciperà alla «staffetta» senza mangiare e mette in guardia: «Comune e Provincia non capiscono i pericoli». ma a Trento è già attivo in certe zone

TRENTO. Andrea Maschio, ex 5 Stelle, oggi capogruppo di Onda Civica al Comune di Trento, farà due giorni di sciopero della fame contro il 5G.

Lo spiega lui stesso in un comunicato: «In qualità di referente provinciale dell'Allenaza Stop5G comunico la mia partecipazione ad almeno due giorni di sciopero della fame al fine di chiedere di fermare l'innalzamento di 10 volte dei limiti italiani di legge sulle emissioni elettromagnetiche.

Troppe volte mi sono sentito spiattellare in faccia dalla Provincia e dal Comune di Trento che in Italia non dobbiamo preoccuparci perche con i 6 V/m, senza specificare che questi sono mediati nelle 24 h, siamo cautelativi. A nulla è servito avvisarli che le compagnie telefoniche chiedevano i 61 V/m.

A nulla è servito ricordare che nel 2018 sono usciti i risultati scientifici dell'Istituto Ramazzini e del National Toxitology Program con prove in vivo che mettono in relazione rare tipologie di tumore al cervello ed al cuore con l'uso scorretto delle onde elettromagnetiche.

Ora la IX Commissione della Camera dei Deputati ha dato parere favorevole assecondando la volontà delle compagnie telefoniche senza alcun tipo di rispetto del principio di precauzione».Maschio parteciperà quindi alla staffetta del digiuno nazionale.

Intanto però il 5G è già arrivato a Trento. Come riportato da diverse compagnie telefoniche, e come provato da questa fotografia di Moreno Salizzoni (scattata in zona Top Center, a Trento Nord), il 5G di Vodafone (ma anche di altre compagnia) è già attivo nell'area della valle dell'Adige.

 

L'iniziativa nazionale.  Per "scongiurare l'aumento dei limiti italiani sulle emissioni elettromagnetiche nel rinnovo della moratoria nazionale sul 5G ispirata al principio di precauzione e di prevenzione del danno", Alleanza Italiana Stop 5G promuove una catena solidale con uno sciopero della fame a partire da oggi. Una "virtuosa staffetta di cittadini" si legge in una nota perché "siamo giunti al punto di non ritorno. La condizione attuale, critica ed emergenziale dell'Italia nel sistematico calpestamento di diritti costituzionali, civili e umani, impone scelte consapevoli e forti in grado di risvegliare le coscienze, sensibilizzando l'opinione pubblica su un grave problema di interesse generale, volutamente sottostimato per i troppi interessi in gioco.

Se nel Piano nazionale di ripresa e resilienza venisse infatti dato il via libera alla legalizzazione di uno tsunami elettromagnetico senza precedenti, chiunque si troverebbe impossibilitato a trovare anche un solo lembo d'aria non elettrizzata. Non è questo il futuro che vogliamo! Lo sciopero della fame è una forma di protesta nonviolenta caratterizzata dal digiuno degli scioperanti. Liberamente e in coscienza, ognuno - autonomamente secondo le proprie condizioni e possibilità - può scegliere il numero dei giorni in cui praticare lo sciopero della fame: è richiesta l'adesione per un minimo di 24 ore".

Alleanza Italiana Stop 5G invita gli aderenti alla forma di protesta di scrivere una email all'indirizzo stop5gmeeting@gmail.com indicando nome, cognome, giorni di sciopero scelti, se si desidera allegando anche ad un proprio messaggio di testo e/o video. Nella successiva risposta fornita dalla segreteria organizzativa, verrà indicata la calendarizzazione della "virtuosa staffetta di cittadini in sciopero della fame, con l'obiettivo di creare un'azione congiunta senza soluzione di continuità".

La richiesta di non innalzare i limiti italiani sulle emissioni elettromagnetiche è già contenuta nella petizione Stop 5G lanciata nel 2019 da Alleanza Italiana Stop 5G e sottoscritta da oltre 62mila persone. "Per favorire il 5G nell'installazione di milioni di nuove antenne via terra e del Wi- Fi dallo spazio, Governo e Parlamento sono intenzionati a mettere seriamente a rischio la salute pubblica, completamente ignorate le evidenze sull'inadeguatezza e la pericolosità degli standard di wireless ed Internet delle cose - aggiunge la nota -. Nella Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza approvata dalla IX Commissione (Trasporti, poste, telecomunicazioni) della Camera dei Deputati, si chiede infatti di innalzare drasticamente l'elettrosmog passando dall'attuale media di 6 V/m ad un massimo di 61 V/m (valore per il campo elettrico) e da 0,1 Watt/mq ad un massimo di 10 Watt/mq (valore per la densità di potenza del campo elettromagnetico in alta frequenza)". 

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