Gli scolari di Gardolo a caccia di zanzare (ma con tablet e app)
Le Pedrolli partecipano al progetto nazionale “Mosquito Alert” con gli esperti del Muse. E la «tigre» è ormai in collina anche sopra i 600 metri. Oggi Mosquito Alert è in uso in 20 Paesi
TRENTO. Il Muse è impegnato in prima linea nello studio e nel tracciamento delle zanzare ma per contenerle «è decisivo il ruolo dei cittadini». Gli esperti del Museo delle scienze, all'interno della task force nazionale coordinata dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università Sapienza di Roma, partecipano all'analisi dei dati forniti tramite la nuova app Mosquito Alert. A livello locale lavorano a fianco di Comune, scuole e cittadini per tenere sotto controllo la presenza di questi insetti. E gli alunni e le alunne della 1A della scuola Pedrolli di Gardolo, sono stati protagonisti del nuovo progetto sperimentale di Citizen Science sulla zanzara tigre.
Hanno toccato con mano ovitrappole e microscopi, ma anche sperimentato per primi le potenzialità di Mosquito Alert, la app per smartphone lanciata ieri a livello nazionale che permette di tracciare la presenza di zanzare e conoscere più da vicino questi "fastidiosi" insetti.
«Quella di Gardolo è la prima classe a livello italiano che sperimenta l'app e abbraccia il nuovo progetto educativo di Citizen Science sulle zanzare. L'obiettivo della sperimentazione - spiegano le biologhe del Muse Alessandra Franceschini e Maria Vittoria Zucchelli - è quello di insegnare a studenti e studentesse a monitorare la presenza di zanzare nella loro scuola e negli ambienti che frequentano.
Nelle prossime settimane installeremo, insieme ai ragazzi e agli insegnanti, delle ovitrappole nel cortile e negli spazi verdi dell'istituto. Grazie al tablet in dotazione, invece, familiarizzeranno con Mosquito Alert, diventando ambasciatori del progetto anche a casa e nelle proprie comunità. L'idea è che questa sperimentazione pilota possa diventare una prassi anche in tante altre scuole italiane».
Ma l'iniziativa non è rivolta ai soli studenti. Tutti infatti possono facilmente scaricare l'app dal proprio smartphone e collaborare al monitoraggio. Mosquito Alert permette di monitorare la presenza e la diffusione delle diverse specie di zanzare, identificare le regioni e le aree più infestate e dirigere gli interventi di controllo. Il tutto con una semplice fotografia dell'insetto da inviare alla task force nazionale che vede collaborare fianco a fianco esperti dell'Università Sapienza di Roma, dell'Ateneo di Bologna, dell'Istituto Superiore di Sanità, dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e del Muse. Gli entomologi del museo guidati da Valeria Lencioni, fanno parte del team di validatori di dati e immagini raccolti con la app. Oggi Mosquito Alert è in uso in 20 Paesi.
«L'iniziativa ha un'importante valenza anche dal punto di vista sanitario - precisa Lencioni - e per questo è importante che in tanti scarichino e utilizzino l'app. È un progetto di scienza partecipata che richiede la collaborazione attiva di tutti per raccogliere dati sulle diverse specie di zanzara, sia aliene (come la zanzara tigre e la zanzara coreana) che autoctone (come la Culex pipiens). Da un paio di anni, grazie all'aiuto di alcune famiglie, stiamo monitorando anche la situazione in collina di Trento, cioè in quelle zone al di sopra dei 600 metri di quota dove normalmente la zanzara tigre non dovrebbe esserci».
Due giorni fa a Trento è partita la nuova campagna di controllo. Oltre a contribuire allo sviluppo di progetti di ricerca, il Museo delle scienze di Trento fa parte del tavolo provinciale per il coordinamento delle attività di monitoraggio delle zanzare aliene, che vede la Fondazione Mach come ente capofila.