Circonvallazione ferroviaria, progetto svelato e i No Tav attaccano: «Apriremo un presidio in San Martino, si chiamerà La Talpa»
La brusca accelerazione dell’iter porta allo scoperto i contrari: «al sindaco e all’assessore il compito di fare avanspettacolo, mentre si blaterava di partecipazione, Rfi decideva già tutto»
IL PROGETTO Ecco i dettagli dei cantieri e dove passerà la galleria
CONSEGUENZE Parlano quelli a cui butteranno giù la casa
TRENTO. I cittadini di Trento, in poche settimane, hanno scoperto che a breve apriranno i cantieri per la colossale galleria sotto la Marzola. Ci sono pochi giorni per presentare le «osservazioni» da portare nel «Dibattito Pubblico», che sarà moderato da un «esperto» il quale fra l’altro deciderà quali sono le domande che meritano riposta. Poi in altri 30 giorni la «fase di consultazione» sarà finita e si inizierà a scavare.
Sulla brusca accelerazione dell’iter prende posizione il comitato No Tav di Trento. Con una dura presa di posizione.
«Ieri è stato pubblicato il progetto di fattibilità della circonvallazione ferroviaria.
Si tratta di una documentazione ponderosa, ma a una prima occhiata promette per la città di Trento una distruzione peggiore di quella che ci si poteva aspettare. Nell'immagine tutti i puntini colorati che vedete rappresentano altrettante aree di cantiere e di deposito materiali».
QUI il nostro articolo e il link per vedere i documenti
Commentano i No Tav: «Mentre l'amministrazione comunale, con il silenzio complice della sua componente pseudo-ecologista, faceva il lavoro di propaganda alla popolazione, ventilando progetti integrati, mobilità sostenibile e rendering scintillanti, la stessa si impegnava con RFI a sotterrare sotto un patto di riservatezza le dimensioni del disastro.
Al sindaco e all'assessore il compito di fare avanspettacolo, a Rete Ferroviaria Italiana quello di fare il lavoro duro e sporco, quello scavo progettuale che anticipa i mille buchi dei cantieri reali.
E mentre quelli blateravano di partecipazione negli incontri online e allestivano lo spazio farlocco di Trento Lab, RFI decideva tutto: dove piazzare le aree di cantiere, quelle dello stoccaggio dei materiali, quali percorsi far seguire ai circa 1000 viaggi di TIR al giorno, quanti e quali aree espropriare eccetera...
Il tutto viene pubblicato a poche settimane dal termine ultimo per la popolazione per presentare osservazioni nell'ambito della valutazione di impatto ambientale, tentando di mettere in difficoltà chi vuole approfondire il progetto, dire la sua in merito e magari opporsi.
Anche per noi inizia oggi un lavoro di scavo un pò sotterraneo e un pò all'aperto: un lavoro di studio e divulgazione degli elaborati progettuali e un lavoro di tessitura di quella rete di tante e diverse persone che, ognuna con la sua differente sensibilità e posizione, sono determinate a dire NO a questo disastro.
Non avremo molto tempo e per farlo meglio avremo bisogno di un luogo fisico, una piccola tana per incontrarci, conoscerci, esaminare le mappe della devastazione che progettano e, insieme, le mappe di una resistenza possibile.
Si chiamerà La Talpa e affiorerà in San Martino, prima di quanto pensiate!»