Bypass ferroviario, cresce la mobilitazione: il 5 febbraio fiaccolata in solidarietà con gli espropriati
L'annuncio della nuova iniziativa è avvenuto durante la messa in San Martino a Trento. Intanto cominciano le analisi per le procedure di esprorio delle case da abbattere per fare spazio alla nuova ferrovia all'imbocco del tunnel sotto la Marzola
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TRENTO. La Rete dei Cittadini e tutti quelli che si oppongono al progetto di circonvallazione ferroviaria targata Rfi non considerano chiusa la partita e tengono alta l'attenzione. Domenica mattina la raccolta firme a sostegno del progetto alternativo in destra Adige proposto dalla Rete è proseguita con un banchetto allestito all'esterno della chiesa di Gardolo.
Intanto si mobilitano i comitati di cittadini di San Martino e di Mattarello che vogliono esprimere la propria solidarietà con le famiglie che dovranno lasciare le loro abitazioni e trasferirsi altrove a causa degli espropri e del previsto abbattimento di una decina di edifici nella fascia tra via Malvasia e via Brennero e con quegli agricoltori della zona sud che si vedranno espropriare i loro terreni coltivati.
I comitati stanno organizzando per sabato prossimo, 5 febbraio, una fiaccolata a cui invitare tutta la cittadinanza con partenza dopo la Messa delle 18.30 dalla chiesa di San Martino e arrivo alla chiesa della Madonna della Pace di Campotrentino dopo essere passati lungo il futuro cantiere in via Brennero e accanto ai terreni ex Sloi, interessati dal progetto.
«La fiaccolata serale vuole essere un segno forte ai disagi, alle solitudini ed ai traumi di tante persone, anziani, giovani e adulti che in così poco tempo dovranno affrontare» afferma Michela Bonafini, che si è spesa in prima persona per organizzare questa iniziativa.
Un'idea che è stata pubblicizzata nel fine settimana anche dal pulpito della chiesa di San Martino.
Un pensiero alle persone che subiranno l'esproprio lo ha riservato ieri anche il sindaco Franco Ianeselli nel corso della conferenza stampa che ha fatto il punto sulle osservazioni del Comune nei confronti del progetto (vedi articolo qui sotto).
«Un'attenzione ancora maggiore nei loro confronti è doverosa» ha detto, assicurando l'appoggio nella richiesta di ristori che li possano veramente ripagare del trauma subito.
I tecnici dell'Italferr, affiancati dall'architetto Chiara Tonelli di TrentoLab, che assieme all'ingegner Claudio Bortolotti è incaricata dal Comune di assistere gli espropriandi nelle trattative, concluderanno entro la settimana i sopralluoghi ed i rilievi necessari per stabilire poi il prezzo di esproprio, che dovrebbe essere comunicato entro il mese di febbraio.
Da lì partirà la trattativa economica, resa complicata dalla difficoltà di fare previsioni in un momento di incertezza del mercato immobiliare.
«È un mercato effervescente e non sarà facile tenere conto dei valori» fa presente Bortolotti.
Una preoccupazione in più per le 22 famiglie che abitano negli edifici residenziali destinati all'abbattimento e le aziende che occupano alcune porzioni di quelle palazzine.
Una mano a proprietari e affittuari costretti a lasciare i loro alloggi e cambiare vita la darà anche la Provincia che nella legge finanziaria ha inserito un finanziamento una tantum da diecimila euro a chi abita nelle palazzine da abbattere a ristoro di tutti i disagi causati da un trasloco. Un contributo che dovrebbe essere legato all'impegno di lasciare gli alloggi liberi nei tempi indicati.
«Poi anche i pagamenti da parte di Italferr dovranno essere cadenzati in tempi tali da evitare che gli espropriati debbano ricorrere a mutui o al mercato finanziario» assicura Bortolotti.