Eliminati dodici posti macchina in via Milano: le auto in sosta invadevano il marciapiede
Decisione drastica del Comune dopo le proteste di molti pedoni che trovavano il passaggio ostruito dalle vetture, ma ora a lamentarsi sono alcuni rersidenti: dicono che quelli stalli erano molto importanti
TRENTO. Da qualche giorno non si può più parcheggiare sul lato nord di via Milano, nel tratto compreso tra gli incroci con via Giovanni a Prato e corso 3 Novembre. Con la sistemazione della segnaletica di divieto è infatti diventata operativa l'ordinanza comunale firmata dalla dirigente del Servizio strade, Claudia Patton.
La decisione è stata presa in seguito a numerose lamentele e segnalazioni all'Ufficio relazioni col pubblico da parte dei pedoni che transitano su quel marciapiede e che spesso si trovavano il passaggio impedito o reso difficoltoso dalle macchine parcheggiate in maniera scorretta.
Gli stalli di sosta blu a pagamento, 12 in tutto, erano disposti parallelamente alla strada e incastrati tra gli alberi presenti in quel tratto.
Effettivamente la crescita delle piante e le grosse radici col tempo hanno finito per rendere difficili parcheggio e manovre di accesso e, come riscontrato dai tecnici comunali nel corso di un sopralluogo, molti conducenti rinunciando al parcheggio in linea avevano (e hanno tuttora a giudicare dalle foto scattate lunedì) la tendenza a mettere il veicolo in diagonale andando a invadere la parte di marciapiede riservata ai pedoni.
Una possibile soluzione presa in considerazione era quella di separare la parte del transito pedonale da quella della sosta con elementi fisici, transenne o catenelle, ma il rischio a quel punto sarebbe stato quello di vedere macchine che se non parcheggiate correttamente andavano a sbordare sulla sede stradale, causando un pericoloso restringimento della carreggiata.
Da qui la scelta drastica di introdurre il divieto di sosta rinunciando ai 12 stalli.
La scelta ha sicuramente fatto contenti i pedoni che abitualmente transitano in quel tratto di via Milano ma è stata accolta con disappunto e rabbia da qualche residente.
Se ne fa portavoce l'ingegner Rosario Giorgianni che in una lettera al giornale, lamentando il mancato preavviso nei confronti di chi abita in zona, fa presente come quei piccoli parcheggi tra gli alberi fossero fondamentali per accompagnare bambini piccoli o anziani disabili a casa o per situazioni di emergenza in una zona dove trovare un posto libero è di solito un'impresa.
«A distanza di una settimana - scrive Giorgianni - non riusciamo neanche a tornare a casa per pranzo perché non si trova parcheggio e siamo costretti a parcheggiare fuori zona della corona assegnata: paghiamo regolarmente il canone annuale ma non c'è alcuna garanzia di parcheggio».L'appello a sindaco e giunta è di rivedere la situazione, altrimenti si sta valutando di presentare ricorso al Tar.