Crematorio a rischio stop per il caldo: le temperature sono troppo alte per chi lavora al nuovo tempio
L'amministrazione ha dovuto correre ai ripari per non rischiare di dover sospendere le cremazioni nelle giornate più calde per garantire la salute degli operatori. «Prima dobbiamo pensare ai vivi» dichiara infatti Joseph Tassone, responsabile dell'Ufficio servizi funerari del Comune
FOTO Ecco com'è fatto, dentro e fuori
TRENTO. Nell'ottobre scorso, quando il nuovo forno crematorio al cimitero di Trento è stato inaugurato, il sindaco Franco Ianeselli aveva dichiarato pomposamente: «Per realizzare questa struttura, in programma ormai da vent'anni e finalmente compiuta, sono stati utilizzati i materiali e le tecnologie più all'avanguardia, con la massima attenzione ad ogni minimo particolare».
Peccato che ci sia accorti solo ora, con l'arrivo del grande caldo, che è sfuggito un "dettaglio": ovvero che nei locali tecnici dove si effettua la cremazione delle salme e in quelli dietro ai forni, dove poi si lavorano le ceneri, non sia stato previsto un adeguato impianto di aerazione e raffrescamento degli ambienti, tale da consentire ai sei dipendenti del Comune, che garantiscono il funzionamento a pieno regime delle due linee dell'impianto di cremazione, di lavorare senza rischiare di "cuocersi" accanto ai poveri resti dei defunti che accompagnano nell'ultimo viaggio.
E infatti si sono raggiunte temperature che hanno sfiorato i 40 gradi, costringendo l'amministrazione a correre ai ripari per non rischiare di dover sospendere le cremazioni nelle giornate più calde per garantire la salute degli operatori. «Prima dobbiamo pensare ai vivi» dichiara infatti Joseph Tassone, responsabile dell'Ufficio servizi funerari del Comune di Trento, impegnato nel cercare una soluzione per colmare il deficit manifestatosi in quest'opera, progettata dal Servizio attività edilizia del Comune.
"È normale - minimizza Tassone - che in un tempio nuovo, costruito in maniera sartoriale, si abbia contezza di tutti i problemi solo con il tempo ed era previsto che potessero esserci degli aggiustamenti. Il problema del caldo nei locali si è manifestato la prima volta intorno al 20 maggio, quando ci sono state le prime giornate con temperature molto alte".
"Era previsto un sistema di raffrescamento ma si è rivelato insufficiente. Ora per non muoverci a naso, abbiamo dato l'incarico per una valutazione del rischio per i lavoratori. E la settimana prossima nelle giornate di martedì e mercoledì verranno effettuate le misurazioni e nel frattempo abbiamo informato il medico competente e il costruttore per un intervento che garantisca la sicurezza sulla base dei dati tecnici".
Nel frattempo le cremazioni continueranno, con l'introduzione di misure comportamentali aggiuntive per gli operatori che lavorano vicino ai fondi come: «L'assunzione di bibite mineralizzanti per reintegrare la perdita di sali, la riduzione al minimo indispensabile della presenza nei locali dei fonti e comunque sempre in due persone per garantire un pronto intervento nel caso una delle due dovesse sentirsi male per il caldo».
In questo modo, secondo il responsabile del tempio crematorio, si dovrebbe riuscire anche nei due mesi più caldi che si aspettano - ovvero luglio e agosto - di continuare l'attività delle due linee per la cremazione di 12 salme al giorno, un servizio che il Comune di Trento offre non solo alla città ma anche a tutto il Trentino, evitando a chi sceglie la cremazione del proprio caro defunto di rivolgersi all'impianto di Mantova come accadeva fino a settembre dell'anno scorso.
«In ipotesi di emergenza - precisa Tassone - se si dovesse arrivare a temperature di 40-42 gradi, allora dovremmo decidere di interrompere le cremazioni. C'è un limite di buon senso, oltre al quale è insostenibile andare. Le misurazioni del rischio che verranno fatte la settimana prossima serviranno anche a questo».
Il sindaco Franco Ianeselli sottolinea questo aspetto: «La salute degli operatori è la priorità, lavoreranno entro gli standard consentiti, ci confronteremo con i sindacati». Riguardo al funzionamento dei forni, il sindaco rassicura: «Al momento non c'è la necessità di andare a Mantova».
«Nei primi nove mesi - sottolinea Tassone - le richieste sono già state superiori al 30% rispetto alla nostra stima e siamo riusciti anche, con gli straordinari garantiti dagli operatori, a cremare una quarantina si salme esumate dal cimitero che erano in attesa di cremazione».