Trento / Il caso

"La ciclabile Povo-Villazzano si può fare senza abbattere alberi: è sufficiente restringere la carreggiata per le auto"

Continuano le proteste contro quanto previsto dal Comune. La proposta di Fiab e Legambiente, che critica la qualità della progettazione messa in atto dagli uffici pubblici: i sette  metri di larghezza previsti per i veicoli  a motore sono eccessivi su una strada ormai urbana il cui limite di velocità è di 50 chilometri orari. "La progettazione delle ciclabili dovrebbe adeguarsi agli standard europei"

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TRENTO
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TRENTO. Non si placano le proteste e si insiste su proposte alternative al progetto che per un tratto di ciclabile prevede l’abbattimento di file di magnifici alberi in piena salute: succede a Gabbiolo, fra Villazzano e Povo, ove l’unico filare di bagolari esistenti dovrebbe essere sacrificato.

La questione nei giorni scorsi è rimbalzata anche in Comune, i consiglieri Urbani, Demattè e Zanetti (Cristian) hanno chiesto lumi sul possibile abbattimento di una decina di piante di alto fusto sulla strada provinciale 204 in via Castel di Pietrapiana a valle del Centro Sportivo “Ceschi”.

«L’abbattimento delle piante si rende necessario in quanto l’allargamento del marciapiede per realizzare il percorso ciclopedonale, va ad interessare l’apparato radicale delle stesse andando così ad inficiarne irrimediabilmente la stabilità», è stata la risposta del Servizio gestione strade e parchi del Comune.

Ma molti cittadini e rappresentanti istituzionali non sono convinti e chiedono soluzioni alternative.

Lo fanno, con una nota stampa, anche Legambiene e la Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab)

"In riferimento al percorso ciclopedonale di collegamento tra il Povo e Villazzano, Fiab Trento e il Circolo di Trento di Legambiente - si legg enel comunicato, diffuso ieir, 9 agosto - condividono la contrarietà espressa da cittadine e cittadini all'abbattimento degli alberi.

La creazione di infrastrutture ciclabili rappresenta un passo fondamentale a tutela dell'ambiente e per cambiare il volto delle nostre città: le ciclabili sono infatti importanti per invogliare l'abbandono dell'automobile da parte di coloro che attualmente non utilizzano la bicicletta perché non si sentono sicuri (a ragione).

La resistenza (politica, economica e purtroppo anche culturale) alla costruzione di ciclabili è molto forte, per questo vogliamo spostare il focus sul vero problema: la progettazione delle ciclabili dovrebbe adeguarsi agli standard europei ed essere fatta sottraendo spazio al transito e alla sosta di automobili evitando così anche l'abbattimento non necessario di alberi. Nel caso specifico, basterebbe ridurre la larghezza della carreggiata automobilistica: i 7 metri di larghezza previsti sono eccessivi per una strada ormai urbana il cui limite di velocità è di 50 km/h. Restringere la carreggiata farebbe automaticamente diminuire la velocità degli autoveicoli, rendendo più facile il rispetto dei limiti e aumentando la sicurezza e lascerebbe spazio alla ciclabile e ai pedoni senza abbattere alberi.

Per migliorare il progetto, sarebbe inoltre opportuno rialzare la carreggiata all'incrocio con via della Cros - via Castel di Pietrapiana, prevedendo a lato attraversamenti pedonali e ciclistici evitando curve strette sulla ciclabile e permettendo l'attraversamento in sicurezza da via Castel di Pietrapiana, indicato dal Comune come itinerario ciclistico consigliato fra la città e Povo.

Non è comunque la realizzazione delle piste ciclabili che deve essere messa in discussione, ma la qualità della progettazione che necessariamente dovrà esprimere la volontà di mettere al centro le persone e l’ambiente", si conclude la nota, firmata da Daniela Baraldi per Fiab e Andrea Pugliese per Legambiente.

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