La protesta in Bondone: «A Candriai le moto sfrecciano nonostante i limiti: ora basta»
Il grido d'allarme dei residenti, che chiedono la posa di dissuasori di velocità, tutor, isole spartitraffico, la rotatoria all'incrocio fra il tracciato che sale da Sardagna e da Sopramonte
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TRENTO. Dissuasori di velocità, tutor, isole spartitraffico. E, soprattutto, speedcheck che possano far scendere a miti consigli i tantissimi motociclisti che "usano" la strada del Bondone come una sorta di pista dove scatenare i cavalli dei propri bolidi, in barba ai divieti esistenti.
È un vero e proprio grido d'allarme - l'ennesimo a dire il vero - quello lanciato dalla Pro Loco Monte Bondone all'interno del nuovo numero della sua rivista Monte Bondone News.
In un articolo firmato da Alberto Pedrotti, la problematica viene affrontata nel dettaglio con la speranza che anche questo possa servire a smuovere Comune e Provincia affinché si possa trovare una soluzione che metta assieme le giuste esigenze di turismo con la tutela di chi il Bondone lo vive e, di conseguenza, lo ama in maniera viscerale.
Ben vengano dunque i turisti, e anzi la vocazione turistica del Bondone va conservata ed aumentata, ma senza i pericoli di chi confonde le sue strade con quelle di un circuito.
«Una parte non insignificante di coloro che percorrono la strada del Bondone non si cura in alcun modo di limiti di velocità, sicurezza altrui e inquinamento acustico, approfittando del fatto che la tortuosità del tracciato rende difficoltosi i controlli di polizia», si legge. «Controlli che, per onore di cronaca, sono stati e sono ad oggi sporadici e inefficaci».
Dopo avere ricordato le richieste dei residenti di Candriai (dissuasori di velocità, tutor, isole spartitraffico, la rotatoria all'incrocio fra il tracciato che sale da Sardagna e quello che sale da Sopramonte) che sono inevase da almeno dieci anni, l'articolo si sofferma su quella che viene giudicata una "beffa": l'introduzione del limite dei 60 all'ora «rimasto lettera morta, regolarmente violato dalla maggioranza degli avventori senza che ne siano conseguite sanzioni».
E infine l'amara considerazione sotto una foto raffigurante uno speed check: «Ne sono installati centinaia in tutto il Trentino, non solo nei centri abitati. Sulla sp 85 del Monte Bondone, nemmeno uno».
Per il resto, il nuovo numero di «Monte Bondone News», diretto da Paolo Curcu, ricorda nei vari articoli la preziosa attività della Pro Loco nell'ultimo periodo (dai giochi campestri alle Viote ai giardini delle "voltade", dalla giornata dedicata alla pulizia dei boschi al nuovo percorso di Land Art) per poi offrire una gustosa pagina di storia raccontando i 116 anni delle caserme austroungariche, a partire dalla loro costruzione avvenuta nell'ormai lontano 1907, che a regime potevano ospitare in media circa duecento militari, e il loro ruolo strategico durante la prima guerra mondiale.
E ora? «A parte l'ex Centro di Ecologia Alpina e strutture annesse, comunque abbandonato ma almeno totalmente ristrutturato, altri quattro immobili sono stati totalmente lasciati al degrado», sottolineano Paolo Curcu e Graziana Vecchietti.
«Di nuove idee non si ha notizia da tempo. Un vero peccato, anzi un'assurdità che una simile cittadella, per il solo parziale recupero della quale (e per irrealizzati progetti) si sono già spesi milioni di euro, non trovi un possibile utilizzo - turistico, sociale, culturale - nel rispetto della natura e dello splendido ambiente che la circonda, a beneficio delle comunità pedemontane e all'immagine del Trentino in generale».