Invasione di topi nel salotto della città: colonia in via Grazioli per via dell’isola ecologica
Il problema c’è anche in altre zone di Trento, ad esempio al Tridente. L’Azienda sanitaria non fa più disinfestazione, il Comune ha affidato il lavoro ad una ditta. In un video sei ratti a passeggio tra i passanti
TRENTO. Uno dei salotti buoni della città è infestato dai ratti. O topolini, se si vuol vedere la cosa con tenerezza, immaginando tanti piccoli Ratatouille che girano a pochi passi dagli studi legali più prestigiosi. E a ben guardare nel film Disney il topolino faceva il cuoco, passando dall'acquisto della spesa. I ratti che in questi ormai mesi si sono accasati nella parte bassa di via Grazioli e nei giardini di piazza Venezia (tra l'altro pure sotto la Baby little home realizzata per cambiare in sicurezza gli infanti), fanno la spesa, in effetti. Solo che la fanno nei cassonetti dell'isola ecologica di fronte alla vecchia casa malati.
Una delle pochissime rimaste in città, per altro, che mostra tutti i limiti della raccolta rifiuti prima del porta a porta, a partire dai rifiuti abbandonati fuori dalle campane perché piene o per pigrizia. In municipio hanno da settimane ingaggiato la battaglia contro i roditori: se ne occupa un'azienda privata (l'Azienda sanitaria non ha personale per fare la disinfestazione) che cerca di eliminare la colonia usando delle esche, con le difficoltà del caso, visto che si tratta di un'area della città particolarmente antropizzata.
La guerra all'ultima coda è cominciata a inizio estate e si valuta che stia portando frutti. Eppure solo un paio di settimane fa la scena che si presentava davanti alla videocamera del cellulare del cronista di passaggio era tutto tranne che rassicurante.
Erano le 8.30. E dalla vicina aiuola è spuntato un muso. Un istante, il tempo di capire che non c'era pericolo e via, una corsa fino ai rifiuti. È bastato aspettare un po' per vedere che non era solo. In tutto, malcontati, sei diversi roditori. A spasso lungo la stessa traiettoria: dall'aiuola ai bidoni e viceversa, ma con una certa baldanza. Non sembrano aver grandissima paura dell'umano. Basti dire che un passante si è trovato un topo praticamente sulle scarpe, perché voleva attraversare proprio in quel momento lì. L'umano non si è agitato tantissimo, ma nemmeno il roditore ha fatto un plissé. Da quelle parti devono essere abituati.
In municipio, come detto, conoscono il problema (lo stesso problema c’è in zona Tridente, ndr). Posto che topi ce ne possono essere in città, ma a Trento due al momento sono le zone che causano problemi: le roste dell'Adige, dove a occhio se la fanno fuori con i conigli, e appunto la sofisticata via Grazioli. La colpa è proprio di quell'isola ecologica lì: i condomini della zona non hanno lo spazio per tenere i bidoni condominiali, e i privati non hanno i bidoncini individuali.
Da qui l'isola ecologica che però non sempre viene usata come si dovrebbe. Quando i bidoni sono pieni i rifiuti vengono lasciati lì a fianco della campana, come se per osmosi prima o poi potessero entrarci da soli. Una situazione incresciosa dal punto di vista dell'igiene urbana ma un'ottima notizia per i ratti, che infatti ci hanno impiegato un nonnulla a capire che lì si mangiava facilmente. Risultato: una colonia di topi si è insediata nei giardini d piazza Venezia, facendo le tane nell'area verde. Palazzo Thun quando ha capito cosa era accaduto e ha dato mandato ad un'azienda privata per fare la disinfestazione.
E intanto fa un appello alla cittadinanza: non abbandonare rifiuti o cibo. Ma la derattizzazione è meno semplice di quel che si immagina: i giardini di piazza Venezia sono molto frequentati, le esche vanno messe in modo che non vengano raggiunte dai bambini, ma nemmeno dai cani, che si intrufolano tra le siepi con più pervicacia, rispetto ai cuccioli umani.
Al momento si è a buon punto: se a inizio estate il 70% delle esche veniva mangiato - con conseguente trapasso del roditore - al momento si trovano meno del 10% di esche sparite. Gli esperti dicono che è perché sono molti meno i ratti in giro. Speriamo che non sia che si sono fatti più furbi. Perché un piano B non c'è. Ormai non si può contare nemmeno più sui gatti: quelli moderni non cacciano, aspettano che si aprano loro le scatolette.