Urbanistica / Città

Problema plateatici, Confcommercio e gli esercenti: «Trento non sia strabica, ma sia moderna e viva»

 

Ristoratori e baristi chiedono di poter continuare con le derogfhe del dopo-Covid, contro la bozza di Regolamento del Comune

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TRENTO. L’Associazione ristoratori trentini e l’Associazione pubblici esercizi del Trentino aderenti a Confcommercio Trentino chiedono più attenzione e una visione orientata al futuro nella regolamentazione dei plateatici, gli spazi all’aperto di bar e ristoranti che, dopo la pandemia, si sono attestati come un servizio essenziale per cittadini e turisti.

Parlano di “strabismo” nella visione del futuro della città di Trento, le associazioni di categoria di bar e ristoranti, aderenti a Confcommercio Trentino, che stamattina hanno presentato le preoccupazioni dell’intero settore di fronte alle restrizioni segnalate dalla Soprintendenza provinciale riguardo a numerosi plateatici e dehors cittadini: “strabismo” tra l’obiettivo di una città moderna, aperta, viva, capace di offrire servizi a cittadini, turisti, studenti, lavoratori e una rigidità che rischia di ingessare lo sviluppo del centro storico, con conseguenze pesanti su imprese e occupazione.

Alla conferenza stampa di questa mattina erano presenti la presidente dell’Associazione pubblici esercizi del Trentino Fabia Roman, il presidente della sezione di Trento dell’Associazione ristoratori trentini Francesco Antoniolli e per i pubblici esercizi Walter Botto.

«Abbiamo bisogno di un segnale forte e deciso - ha esordito la presidente Roman - verso un tipo di sviluppo della nostra città che ci consenta di continuare a lavorare con serenità e ottimismo, investendo, producendo reddito per l’intero indotto, sviluppando una città moderna e che guarda al futuro».

Ricordando l’importanza dei plateatici, come spazio anche per la comunità e per il turismo, Roman ha spiegato: «Proprio in questa fase chiediamo a tutti i soggetti coinvolti in questa partita [la stesura del nuovo Regolamento comunale], in primis le istituzioni ma anche i cittadini ed i funzionari amministrativi, di condividere una visione di sviluppo della nostra città che guardi avanti. Una città bella e viva, non una città bella ma spenta. Non una città museo ma una città d’arte, dove le bellezze culturali ed artistiche siano esposte, curate, valorizzate alla vista di cittadini e turisti. Ma una città dove gli stessi cittadini e turisti trovano spazi, strutture, locali, negozi. Assistiamo con una certa preoccupazione ad una forma di strabismo nello sguardo sul futuro: da un lato c’è la volontà di accreditare Trento sempre più come città turistica, culturale, alpina, aperta, ricca di eventi importanti, festival, manifestazioni sportive… una volontà che come operatori economici non possiamo che condividere. Dall’altro lato però, nei fatti, assistiamo ad una chiusura ed un tentativo di “congelare” la città in un pericoloso immobilismo. Vogliamo dare alla nostra città un’occasione di crescita ma poi quando si tratta di mettere a disposizione gli strumenti per questa crescita, allora si ostacolano le iniziative come quelle dei plateatici e dei dehors».

«Oggi chiediamo - dichiara Francesco Antoniolli - il coraggio di guardare avanti e pensare la città di Trento in un’ottica davvero europea e internazionale, capitale del Volontariato, accogliente ma vissuta e vivibile. Una Trento aperta ai grandi cambiamenti che stanno attraversando le nostre società, i consumi, le abitudini. In un contesto, quello alpino, che deve fare i conti con un clima di tipo continentale: Ricordiamoci le mezze stagioni di Trento non sono le stesse di Napoli, Catania o anche solo Roma e Firenze. C’è bisogno di attrezzarsi per offrire ai clienti ed ai turisti un ambiente confortevole dove ritrovarsi e trascorrere dei momenti piacevoli sia formali che semplicemente conviviali, per festeggiare o per un piacevole aperitivo. Vorremmo che non ci siano preclusioni a nuove modalità di vivere i plateatici, anche con strutture di nuova ideazione, moderne, belle, sostenibili, attente ai consumi ed agli sprechi energetici, come lo sono le nuove strutture che il mercato oggi propone. Non solo i classici ombrelloni, come oramai si vedono nelle cartoline di molti decenni orsono. È una direzione, questa, coerente con un certo tipo di sviluppo che la città di Trento ha deciso di intraprendere, anche grazie all’amministrazione comunale. Amministrazione Comunale alla quale noi chiediamo di avere più coraggio e insieme alla Soprintendenza e le associazioni datoriali disegnare una nuova e più accogliente Città».

«Dobbiamo considerare - ha aggiunto il presidente dell’Associazione ristoratori trentini Marco Fontanari - che il mondo della ristorazione e dei pubblici esercizi, che a livello nazionale vale 90 miliardi di euro di produzione e 35 di valore aggiunto, con oltre 1 milione di occupati e migliaia di imprese, grandi e piccole, spesso a conduzione familiare, che garantiscono la promozione e la valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano. Dobbiamo tutelare e promuovere questa ricchezza, e in particolare quelle aziende che vogliono investire e crescere. Dobbiamo anche considerare l’importanza delle imprese di pubblico esercizio e ristorazione nel presidiare i nostri centri cittadini e contenere lo spopolamento e il degrado che le vie spente favoriscono».

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