Circolazione / Urbanistica

Spini di Gardolo, storia di uno sviluppo produttivo fuori controllo e della paralisi totale del traffico

Il centro Amazon porta traffico, il nuovo distributore sulla rotatoria blocca il flusso, i nuovi capannoni peggioreranno la situazione: senza soluzioni in vista (ma la Provincia non si presenta)

di Giacomo Poletti

TRENTO. I clienti si rifiutano di passare al mio negozio al pomeriggio per paura delle code»: basterebbe questa frase, detta in sala dal titolare di una nota azienda di Spini, per riassumere la situazione della zona industriale. Martedì pomeriggio c'erano ben 65 persone all'incontro sul traffico indetto dalla presidente della Circoscrizione Gianna Frizzera, con la collaborazione del Comitato Amizi del Pont dei Vodi.

Obiettivo dichiarato, raccogliere tutti i problemi di traffico, invitando al contempo all'ascolto la Provincia (rappresentata dal dirigente del Servizio Gestione strade Filiberto Bolego) e il Comune, giunto con una delegazione nutrita: l'assessore al territorio e lavori pubblici Italo Gilmozzi, coadiuvato dal dirigente Giuliano Franzoi, dal capoufficio Fernando Poli e dal commissario capo della Polizia Locale Pierangelo Vescovi.

Le soluzioni non sono a portata di mano: la zona industriale è cresciuta tumultuosamente e ancora crescerà, visti i capannoni in arrivo in via al Pont dei Vodi: ma le uscite sono sempre le stesse due, a est e ad ovest.

L'arrivo del distributore Delta Energy, nel 2019, sulla rotatoria per il casello A22 di Trento Nord sarebbe la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Gilmozzi punzecchia: «I problemi della viabilità di Spini, viste le competenze, riguardano molto la Provincia e poco il Comune. Osservo, però, che oggi manca una rappresentanza politica provinciale».

Per le soluzioni occorrerà aspettare molto, a partire dal futuro sottopasso per by-passare la Trento-Malè, i cui lavori potrebbero partire nella seconda metà del 2025 e durare almeno un anno e mezzo. Ma qualche altra idea per sgravare le code c'è, spiegata dai tecnici comunali: un nuovo sbocco per via Ora del Garda, da collegare (mancano 50 metri) con il piccolo sottopasso che dà sulla rotatoria di Lamar, ma serve una modifica al Prg. Da valutare poi la capacità di quell'angusto passaggio: farne uno nuovo a sud non sarebbe certo immediato.

I cittadini sono stati un fiume in piena. «Abito a Spini da 15 anni e ho visto peggiorare il traffico anno dopo anno. Come è possibile si sia arrivati a una situazione simile?», dice un cittadino. «E com'è possibile sia stato autorizzato un distributore in quel punto?», attacca un altro residente riferendosi al gettonatissimo Delta Energy, i cui accessi, ha ricordato Vescovi, sono persino stati bloccati nei giorni scorsi dai vigili urbani pur di far scorrere il traffico. Impraticabile l'ipotesi di creare un'uscita dal distributore sulla corsia di immissione verso nord della SP235 («Il codice della strada lo vieta») bisognerà pensare semmai a una riorganizzazione di spazi interna. Anche Amazon e la logistica hanno intasato la rotonda e l'Interporto, dove i genitori con i bimbi all'asilo nido sono costretti in auto per tempi interminabili.

«Aprite, almeno a ore o solo per le auto, lo sbocco a sud dall'Interporto, verso Roncafort». Un'altra idea, tornando nei pressi del distributore, è la creazione di una corsia verso sud esterna alla rotonda, dal casello alla tangenziale. Più a nord sta "scoppiando" anche il Lung'Avisio Luigi Tomasi, dal "Mas dele Roste" verso ovest, dove auto e furgoni entrano in commistione con la frequentatissima ciclabile. Ma per chi lavora a Spini ogni pertugio è buono: «E rischia di scapparci il morto se nessuno interviene» denunciano chi abita lì. E poi, la Trento-Malè: «Spostate la fermata del treno a sud del passaggio a livello», consiglia qualcuno.

Tanti errori di pianificazione, tante idee, tanto ascolto: solo i prossimi mesi (o forse anni?) diranno se martedì si sono gettate le basi per una Spini più vivibile per lavoratori e abitanti.

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