Candidato sindaco di Trento, il centrodestra sempre in alto mare, lunedì ci si riprova
Urzì spinge, rilancia Ilaria Goio, ma Patt, Lega, Forza Italia, Civici e Gottardi non sono d’accordo. Eppure entro il 18 marzo occorre depositare tutte le liste
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TRENTO. Superato l'ostacolo del ricorso al Tar ora i partiti possono dedicarsi alla sistemazione delle liste elettorali per il 4 maggio, sempre che la sentenza non venga impugnata al Consiglio di Stato. Tuttavia, se il centrosinistra viaggia spedito con il sindaco uscente Franco Ianeselli, il centrodestra deve ancora risolvere il rebus del nome del candidato.
Il deputato e leader di Fratelli d'Italia, Alessandro Urzì, ha convocato per lunedì pomeriggio un vertice nella sede di Fratelli d'Italia a Trento con Lega, Patt, Forza Italia, Lista Spinelli e Civica di Gottardi. Tutti continuano a parlare di vertice decisivo, ma lo si fa da settimane, puntualmente a ogni riunione. E puntualmente, inesorabilmente, dal piccolo conclave si leva una fumata nera.
Fratelli d'Italia insiste sul nome di Ilaria Goio. Gli altri, in particolare Lega e Patt, ripetono che non è un nome conosciuto dalla gran parte del corpo elettorale e che ci sarebbero altri personaggi, senza però rivelare quali. Un atteggiamento che nei giorni scorsi ha indispettito non poco Fratelli d'Italia, tentato dalla corsa solitaria. Perso per perso, tanto varrebbe misurare il proprio peso.
È che da Roma si vuole scongiurare questa situazione, come dimostra anche Forza Italia che ha affidato a Flavio Tosi il commissariamento di fatto del partito in regione. Tosi, europarlamentare, ex sindaco di Verona, negli anni '90 enfant prodige della Lega bossiana, è politico di lungo corso e vorrà dire la sua. Certo è che le lancette dell'orologio stanno continuando a girare inesorabili.
La sensazione palpabile nelle scorse ore era che nel centrodestra si sperasse nell'accoglimento del ricorso per avere più tempo con un lungo rinvio all'autunno. Paradossalmente, mentre Fugatti sperava nel respingimento per dimostrare il buon lavoro fatto come Regione, il resto del centrodestra sperava nel rinvio. Ma ora è tutto tramontato. Con il via libera del Tar, la data di scadenza è vicina: entro mezzogiorno del 18 marzo bisogna depositare le liste dei candidati. Poi sarà campagna elettorale, ma gli elettori che volessero votare il centrodestra ancora non sanno chi sarà il loro candidato sindaco.
Venerdì Urzì ha provato a spronare il mondo di centrodestra dicendo con toni roboanti che «ritengo che non ci sia più un secondo da perdere per dare a Trento il sogno di poter cambiare pagina». E aggiunge però, quasi a mettere le mani avanti: «Nonostante il tempo perso che ci costringerà a tenerne conto per elaborare la giusta strategia».
Si marcia un po' a vista, senza un candidato forte da presentare alla città. Per dovere di cronaca va detto che in queste cose conta più il non detto, il linguaggio del corpo, le battute. E dagli alleati di Fratelli d'Italia quando si insiste sulla questione piovono calembour, freddure, occhiatacce, risatine. Insomma, è evidente che non c'è nessun accordo.
Era il clima che si respirava anche ieri a Mezzocorona, dove la Giunta provinciale si era riunita, accolta dal presidente del gruppo Mezzacorona, Luca Rigotti. Si ripeteva lo stesso copione delle ultime settimane: Fugatti che, da neo doroteo, finge di dire che la cosa riguarda i partiti e non lui. Un modo per prendere le distanze, così se arriva la sconfitta non è roba che lo riguarda.
L'assessore Simone Marchiori che finge di ignorare che il partito più importante della coalizione è FdI, l'assessore Mario Tonina che respinge ogni assalto dei giornalisti, la vicepresidente Francesca Gerosa, unica esponente di FdI, che fa appelli al buon senso. Ma nessuno, in fin dei conti che dia una risposta risolutiva. E la sensazione è quella di un piatto che si cerca di cucinare, ma che ormai è perso, perché se vuoi vincere contro Ianeselli non puoi arrivare a ridosso del voto con una figura che al grosso dell'elettorato è sconosciuta.
E così nessuno vuole avere la responsabilità della sconfitta. Ma quello per cui ci si dovrebbe preoccupare, a destra come a sinistra, sarà l'astensionismo, dimostrato anche dalla difficoltà di tutti di trovare candidati per fare le liste, tanto più di trovare donne disponibili a candidarsi.