Trento / Il caso

«Sbagliato decentrare la movida. Così svuotiamo il centro città»

I baristi a seguito delle dichiarazioni di alcuni candidati sindaci sullo spostamento dei luoghi di ritrovo: “Ci rimettono le nostre imprese”. Walter Botto degli esercizi pubblici: “Abbiamo registrato un calo del fatturato. Lavoriamo bene nei weekend, ma non basta”

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di Francesca Cristoforetti

TRENTO. «Movida? Svuotare il centro storico, come già si sta facendo, e spostare i luoghi di ritrovo non aiuterà la città ma manderà in rovina le sue imprese e di conseguenza la sua economia». Non ha dubbi su questo Walter Botto, rappresentante dell'associazione dei pubblici esercizi di Confcommercio e titolare del Bar Tridente e del Pasi, che proprio in questi giorni ha raccolto diverse voci di colleghi che come lui hanno un'attività in città.

A sollevare il dibattito sono state alcune dichiarazioni dei candidati sindaci che non sono piaciute ai baristi del capoluogo. «Si continua a parlare di decentrare il problema - ha dichiarato a nome della categoria - ma ricordiamoci che non siamo a Milano, Roma o in altre grandi città. La movida si concentra soltanto qualche sera nel weekend, dove si registra un maggior afflusso di persone. Dal lunedì al giovedì lavoriamo ormai poco, mentre i locali si riempiono di più nel fine settimana. Ma questi incassi non sono sufficienti per bilanciare il resto della settimana. E per questo le aziende decidono di non investire più nel centro: così iniziamo a perdere sempre più terreno, lasciando spazio al "vuoto" che diventa degrado». I numeri, secondo Botto, parlano chiaro.

«Abbiamo registrato una flessione importante del fatturato: non mi era mai capitato in tanti anni di attività. Questo significa che le medie e piccole imprese verranno sostituite piano piano da altre aziende di qualità ben più bassa. Si decide di reinvestire nella propria attività se la città è appetibile, altrimenti non ha senso. Io ad esempio, ora come ora, non penserei al centro storico. E anche la politica sembra voler andare nella direzione opposta».

Dunque svuotare la città non può essere la soluzione. «Stiamo allontanando anche degli eventi che sono sempre appartenuti alla città. La manifestazione "Note italiane nel mondo", che si teneva nella splendida cornice di piazza Duomo, non viene più organizzata. Poi si era anche parlato di voler spostare la benedizione delle moto da piazza Fiera all'area di San Vincenzo o nel piazzale Zuffo. Noi stiamo pagando tutto questo anche in termini di sicurezza. Basti vedere quanto accade in alcune zone della città, soprattutto nella fascia serale e notturna che è diventata critica anche per i nostri dipendenti».

A questo si aggiunge anche la questione dei parcheggi: «Residenti ormai non ce ne sono più, perché stiamo perdendo anche gli abitanti di Trento. Inoltre mancano parcheggi, altro tema che nessuno vuole prendere in mano e che nessuno vuole risolvere. Non solo per gli utenti dei bar ma anche per il nostro personale che deve lasciare l'auto all'Ex Italcementi. Va bene cercare soluzioni al passo con i tempi e più ecologiche ma bisogna anche trovare delle alternative valide e funzionanti. Aziende e residenti si stanno allontanando sempre di più e questo non va bene».

Botto da anni ormai rappresenta la categoria degli esercizi pubblici e «ultimamente si registra una certa sofferenza e malcontento». «Io sono nato e cresciuto qui, ho visto la città cambiare - ha concluso con grande amarezza - Non c'è più lungimiranza da parte della politica nel cercare di investire nel cuore del capoluogo. È un pensiero che sta sparendo. Eravamo un modello ammirabile, ora non più».