Scontri in serie sulle piste Grave un maestro di sci
Ha rischiato di trasformarsi in tragedia, ieri mattina, l’ennesimo incidente sulle piste da sci. E anche in questo caso la colpa è da imputare all’alta velocità. Ad essere finito all’ospedale in gravi condizioni, tra l’altro, è un maestro di sci molto noto sull’altipiano, Paolo Rech di 60 anni. Che non ha nemmeno visto il «proiettile» umano arrivargli addosso visto che in quel momento, erano le 10.30, si trovava già in fondo alla pista Trugolait di Fondo Piccolo quando da dietro è improvvisamente piombato uno sciatore polacco (E. B. di 56 anni) che l’ha travolto.
Sul luogo dell’incidente è subito intervenuto il soccorso piste della polizia di Stato che ha allertato il 118 e l’elicottero. Sulle prime, la peggio sembrava essere toccata al turista che aveva perso conoscenza in seguito alla botta alla testa rimediata sulla neve. Dai successivi controlli all’ospedale Santa Chiara di Trento, invece, sono emerse le gravi ferite subite da Rech: 10 costole e due vertebre rotte e un polmone forato. Per fortuna non è stata interessata la mobilità degli arti ma la convalescenza sarà lunga.
La polizia, comunque, ha avviato accertamenti per stabilire l’esatta dinamica e le responsabilità di uno scontro che poteva costare una croce. Alla base dell’elevato numero di infortuni ci sarebbero l’innevamento perfetto delle piste e la grande affluenza di turisti a Folgaria. Che spesso e volentieri si lasciando tradire dalla spericolatezza e dalla velocità. E per fortuna che gli uomini del soccorso non solo intervengono tempestivamente ma sanno anche come agire in attesa dell’arrivo dell’ambulanza.
La perizia, ieri mattina, ha infatti evitato a Paolo Rech di rischiare l’uso degli arti. E domenica ha salvato la vita ad un imprenditore 75enne di Arzignano colpito da infarto. Si è infatti ripreso e non ha subito alcuna lesione permanente.
Ma nel carosello sciistico dell’Alpe cimbra, quella di ieri è stata davvero una giornataccia. Solo a Fondo Piccolo si sono feriti in maniera seria, anche se non tale da pregiudicarne l’esistenza, due turisti di 22 e 50 anni.
Il bollettino di guerra di una vacanza sulla neve, purtroppo, non si ferma qui: a Passo Coe si sono fatti male un bambino di 8 anni e uno sciatore di 30, a Lavarone un ragazzino di 11 anni e a Costa un 23enne. Insomma, dagli sci alla corsia di un ospedale - tanto al Santa Maria del Carmine di Rovereto che al Santa Chiara di Trento - il passo è breve. E sotto accusa, come detto, sono disattenzione e frenesia. Con le piste perfette la voglia di correre, di assaporare il brivido della velocità cozza contro il grande afflusso di appassionati. E gli scontri si susseguono senza sosta costringendo i soccorritori a rapidi spostamenti tra una pista e l’altra per garantire assistenza a tutti.