«Cacciato dal Fanum perché di colore»
Lasciato fuori dalla discoteca perché straniero. Peggio ancora, perché straniero con la pelle scura. Questo sarebbe accaduto ad un sedicenne sabato scorso alla discoteca Fanum di Mori. Una festa di Halloween dal sapore amaro. Una serata dai contorni ancora non del tutto precisati, ma sulla quale ora faranno chiarezza le forze dell'ordine. Perché ieri il ragazzo, accompagnato dal padre, è stato dai carabinieri ed ha sporto querela per violenza privata e discriminazione razziale. Ora sarà la magistratura a valutare se ci sono profili di illegalità in quello che doveva semplicemente essere un servizio d'ordine di una festa per ragazzi.
Ma andando per gradi, tutto sarebbe accaduto sabato sera, verso le 22.30. Nella discoteca moriana era in programma la serata speciale per Halloween. Un richiamo a cui in tantissimi hanno risposto con entusiasmo. Quella sera la discoteca era semplicemente stracolma. Tra coloro che volevano entrare, anche un gruppetto di ragazzini del basso Trentino e del Veneto. Stando ai diversi racconti raccolti, i problemi si sono verificati con il body guard all'ingresso. Avrebbe chiesto i documenti ai giovani, ma non a tutti avrebbe dato il via libera. Ai primi due, entrambi italiani, avrebbe segnalato la porta, invitandoli ad entrare. Ad uno, il ragazzino originario del Marocco, avrebbero sbarrato l'accesso. È lo stesso ragazzino a raccontarlo. Tranquillo, ma fermo. E con la ferma intenzione di non far passare sotto silenzio l'offesa: «Ho dato il mio documento al body guard - spiega e lui mi ha chiesto da dove venivo. Gli ho detto il comune in cui vivo, ma lui ha insistito perché voleva sapere il Paese d'origine. Ho detto Marocco. E a quel punto mi ha detto che non potevo entrare. Lo ha detto bene. Ha detto che non potevano entrare tutti quelli di colore, e di origine pakistana, marocchina, tunisina e algerina. Credevo davvero che scherzasse. Ma ha ripetuto tutto».
Il giovane a quel punto si è rivolto ai carabinieri che passavano di lì per caso. I militari sono intervenuti, hanno parlato in più occasioni con la sicurezza: «Alla fine il carabiniere è venuto da me dicendo che non potevo farci niente. Non so cosa gli hanno detto, magari che ero ubriaco. Ma non è vero. È una cosa che mi ha scosso, davvero. Senza contare che avevo pagato il biglietto». Per questo ne ha parlato in famiglia, per questo ha deciso di non soprassedere. E ieri pomeriggio è entrato in una caserma dei carabinieri, accompagnato dal padre, e ha sporto denuncia: «C'erano dei testimoni, almeno nove quelli che conosco bene. Ma non è successo solo a me. Anche se alcuni nordafricani sono riusciti ad entrare, perché li ho visti, altri sono stati trattati come me».
E qui sta un po' il punto. Sembra che questo non sia stato un episodio isolato. Saranno le forze dell'ordine a dover chiarire, naturalmente. E ora è impossibile dire come siano davvero andate le cose: dal Fanum per ora non hanno avuto la possibilità di contestare: pur cercandoli, non siamo riusciti a contattare i titolari. Certo però che quantomeno un altra segnalazione ci è arrivata in redazione. Un altro ragazzo, un'altra storia. Ma fatti identici. Questo secondo giovane si è indignato perché, a restare fuori dalla discoteca, sarebbe stato un suo amico pakistano. Racconta l'intera vicenda, simile a quella già sentita: dentro gli italiani, fuori i nord africani. «Mi sono impuntato perché anch'io mi sentivo preso in causa perché siamo tutti uguali - spiega - anche se non sono di colore. Che differenza c'è tra me e lui? Credo che questa sia pura discriminazione, fuori era pieno di ragazzi di colore delusi, che piangevano».