Il lupo della Lessinia diventa attrazione turistica
Il Comune di Ala, assieme agli esperti del Muse, fa il punto sul lupo. Una presenza che, sui monti Lessini, affascina e preoccupa allo stesso tempo. Se ne è discusso ieri all’Auditorium, nell’incontro informativo «Il lupo, la natura, l’uomo». Una serata, quella focalizzata sulla popolazione di lupi della Lessinia, che ha acceso l’attenzione di molti.
Lo stesso sindaco Claudio Soini, assieme all’assessore all’agricoltura e patrimonio silvo-pastorale Luigino Lorenzini, aveva invitato tutti a partecipare al fine di avviare una riflessione e trovare assieme nuove strategie. «Il lupo di fatto sui Lessini c’è, si tratta di comprendere come monitorare il fenomeno e far sì che i cittadini si sentano al sicuro. - spiega Lorenzini - Tutti insieme cercheremo di capire come convivere con il lupo».
Questi i motivi che hanno portato l’amministrazione a organizzare la serata con gli esperti del Muse, forestali e Provincia che hanno presentato l’idea di creare Il sentiero del lupo, un percorso ecoturistico in 9 tappe per conoscere meglio la specie e migliorare la convivenza.
Si stima che i lupi presenti sui Lessini siano una dozzina. Una storia che sarebbe cominciata nel 2012, quando il lupo sloveno Slavc si spostò in Trentino dove incontrò Giulietta, la lupa giunta dalle Alpi Occidentali. Qui misero su famiglia: due primi cuccioli nel 2013, 7 nel 2014 e altri 7 quest’anno.
«Non sappiamo se alcuni siano morti o se siano andati a vivere altrove, ma le tracce del Dna ci dicono che i lupi rimasti sono 12 e che quelli dominanti nel branco, vale a dire quelli che si riproducono, sono ancora Slavc e Giulietta», spiega Natalia Bragalanti del Muse.
Ma se dal punto di vista biologico la storia del branco dei Lessini continua ad incantare, dall’altra provoca non pochi problemi ad allevatori e pastori. «Il lupo - afferma Bragalanti - è un grande predatore e come tale può rappresentare un disagio per alcune categorie. È bene però conoscere questa specie per quello che è realmente, senza cadere in preconcetti e paure infondate. Serate informative dovrebbero servire ad aiutarci a trovare possibili soluzioni di convivenza». Anche chi vive e lavora di zootecnia in montagna va tutelato certo, ed è per questo che la Provincia rimborsa i danni causati dai lupi.
«Esistono anche altre misure per limitare il pericolo come recinzioni e opere di prevenzione, la presenza dei pastori e dei loro cani», fa notare l’esperta del Muse. L’arrivo, del tutto spontaneo, del lupo sui Lessini apre di fatto una grande sfida.
Proprio di questo si occupa il progetto Life Wolfalps: «Lo scopo è informare la popolazione e conoscere questo animale per mitigarne gli effetti sulle attività antropiche. Senza scatenare la paura: troppo spesso siamo abituati a vedere il lupo come il cattivo delle favole». E come già successo sui Lessini veronesi, da minaccia può diventare risorsa turistica. «La gente sempre di più si consapevolizza della bellezza della natura. Molte escursioni sulle tracce dei lupi hanno registrato il tutto esaurito. Il lupo porta interesse e curiosità».