Nomi, bicigrill chiuso: ciclisti infuriati contro la burocrazia

La primavera bussa alle porte ma per gli amanti dell'aria aperta, specie quelli che inforcano una bici e si lanciano capelli al vento lungo la pista ciclabile, sarà inverno almeno fino a dopo Pasqua. A spostare la stagione in avanti, però, non è il clima ma il braccio di ferro tra Comune di Nomi e aspiranti gestori del bicigrill. Che, per inciso, è ancora chiuso nonostante da giorni i ciclisti stiano affollando il tracciato lungo il fiume Adige. Ma di sosta per un caffè, un panino, una bibita non c'è possibilità.

E questo ha indispettito molti, soprattutto gli affezionati clienti che pedalano fino al bar per sportivi e si concedono un break. 

Le proteste sono fioccate anche in redazione, con telefonate di richieste di informazioni. Ma a bloccare il passaggio di mano tra Matteo Bertolini (l'ultimo ad aver animato la struttura in località Al Ponte) e il suo successore ci si è messa la burocrazia. Il Comune, da qualche anno ormai, ha scelto la gara d'appalto per affidare le sorti all'esterno del primo bicigrill d'Italia. Anche perché, con un affitto tutto sommato contenuto, ha pensato bene di racimolare qualche euro da mettere a disposizione della comunità. Scelta saggia, questa, ma che, come tutti i bandi pubblici, si impantana nelle secche dell'ordinarietà cartacea dell'Italia.

Alla gara, tanto per chiarire, hanno partecipato in quattro. All'apertura delle buste, però, due dei contendenti hanno «violato» uno degli articoli elencati nel protocollo: non avere avuto contenziosi con il Comune negli ultimi cinque anni. Adesso, dunque, hanno dieci giorni di tempo per produrre delle memorie e cercare di convincere la commissione delle loro ragioni ottenendo, in caso di risposta affermativa, la gestione del bar per i prossimi tre anni. Il canone di affitto da pagare all'ente pubblico, come detto, non è certo faraonico: 1.200 euro al mese con offerte a salire proprio grazie alla formula dell'appalto.

Chiaramente non si tratta di gestire un locale come tanti altri ma, appunto, un luogo per sportivi, prevalentemente ciclisti. E quindi, per assicurarsi il posto occorre conoscere l'ambiente dei pedalatori e proporre manifestazioni, eventi, ritrovi a tema ma pure assistenza tecnica e perfino gestire la pista di Bmx lontana un chilometro. L'impegno, insomma, è grande ma ad attirare ben quattro competitor sono i numeri «da paura» che produce la ciclopista dell'Adige: 300 mila passaggi all'anno, italiani e stranieri in sella che decicono di fermarsi proprio a Nomi.

Il bicigrill, dunque, è un boccone ghiotto in fatto di potenziali presenze. Non solo per la posizione invidiabile - a metà strada tra Rovereto e Trento - ma anche perché è la prima area di servizio per ciclisti e cicloturisti del Bel Paese. Adesso che si apre la stagione, però, si è costretti a tirare dritto. Come detto si tratta di risolvere il contenzioso «legale» con Bertolini e Modena ma alla finestra, in attesa di capire se saranno loro i protagonisti della nuova avventura del bicigrill, ci sono un imprenditore di Aldeno e, soprattutto, Mauro Ghezzi della Caneva degli Artisti di Nomi e Alessio Comper del bar Matita di Calliano che, a quanto pare, hanno in serbo grandi idee per animare quel locale in riva al fiume. Non rimane che attendere Pasqua, confidando in una bella sorpresa dentro l'uovo.

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