Vallo tomo: in sicurezza oppure si dovrà evacuare
Il vallo tomo? Necessario per evitare disastri. Questa la posizione dei tecnici provinciali di fronte al dibattito aperto in borgata.
«Tutto il versante sopra Mori - spiega infatti il geologo del servizio omonimo della Provincia, Ernesto Santuliana - va messo in sicurezza, ne parliamo da 15 anni. Tutta quella parte di Mori, dove più, dove meno, si trova in questa situazione. L’opera che proponiamo come servizio geologico della Provincia, il vallo tomo, è quella che dal punto di vista tecnico dà più garanzie per la sicurezza.
Anche nell’ottica economica è la migliore. Poi la scelta spetta alla politica. Ci confronteremo ancora, anche lunedì (oggi, ndr), ma c’è poco da girarci intorno: il diedro va abbattuto, in duo o tre volate, ma lo si potrà fare solo quando sotto ci sarà già il vallo tomo a protezione delle abitazioni. Perché la demolizione del diedro è fattibile in loco ma per sicurezza, sotto, ci vuole un vallo tomo.
Qualsiasi altra soluzione su tutta la fascia comporta rischi maggiori: un’imbragatura con le reti si potrebbe anche proporre ma il versante è molto fratturato e la messa in posa e la manutenzione risulterebbero complesse e anche rischiose; le barriere paramassi e le reti si possono fare ma più barriere sono comunque visivamente impattanti e offrono minore resistenza. A Santa Lucia tra Nago e Torbole si sono messe le reti ma lì la parete rocciosa è abbastanza omogenea.
Se i volumi sono grossi, si pensi che 1 metro cubo di roccia pesa 24 quintali, le reti e i cavi tengono fino a un certo punto, quando i volumi aumentano non c’è altra soluzione: un vallo tomo proteggerà nel tempo; lo si costruirebbe a fasi successive, negli anni, compatibilmente con le risorse. A Zambana si distrusse un diedro di migliaia di metri cubi ma si fece anche il vallo tomo. A Daone si è fatto un vallo tomo e anche lì la gente non ha accettato a cuor leggero».
Santuliana spiega che da monte Albano verso Nago il muraglione si estenderebbe per 800 metri circa mentre da monte Albano verso Ravazzone per 300 circa. Solo la zona sotto monte Albano rimarrebbe sicura di suo, grazie alla conca e al dosso che offrono protezione. «Per legge, lo sottolineo, o mettiamo in sicurezza o dobbiamo evacuare. L’autorità in materia di sicurezza pubblica è il sindaco e quindi della Provincia».
In 30 anni, ci sono stati «una decina di crolli; l’ultimo grave a Ravazzone l’anno scorso ma la gente mi dice che si sentono cadute di sassi tutti i giorni. Nel 2007 si fece un primo progetto di vallo tomo, il Comune lo propose alla Provincia ma non se ne fece nulla». Insomma, mentre cittadini e politica si scontrano sul vallo tomo, i tecnici confermano che la costruzione è necessaria. Ma alla fine la decisione spetta alla politica.