La signora dei trattori che conquista il mondo
Giulia Trentin, 24 anni, porta l'e-commerce ad Ala
Il mondo delle macchine agricole, ed una ragazza milanese di 24 anni, sembrano due mondi a parte, ma a mescolare questi due ambiti e farne venire fuori una bella storia di successo ci ha pensato il web, o meglio l'e-commerce. In un anno e mezzo Agriland24 di Giulia Trentin dal nulla è diventata una realtà che fattura 250 mila euro e vende motocoltivatori, rimorchi e mungitrici in tutta Italia e anche all'estero.
La sede è in un piccolo e luminoso ufficio di Ala, tazze di caffè, alcuni computer, e la voglia di farcela.
Giulia, come comincia questa avventura?
Sono nata a Milano ma da sempre ho sentito questo legame con il Trentino, i suoi prodotti, il suo territorio. Anche per merito dei miei nonni paterni che venivano proprio da qui. Non so il motivo preciso, ma questo modo di vivere e valorizzare le ricchezze della terra sono state un punto di riferimento importante. Poi, dopo la laurea ho lasciato Milano e mi sono trasferita ad Ala, dove a febbraio del 2015 è nata la mia azienda.
Come ci si prepara ad un esordio del genere?
Già mentre mi stavo laureando in «Relazione pubblica e comunicazione d'impresa» pensavo a promuovere le ricchezze trentine, tanto che per un esame ho inventato anche una maglietta dedicata al vino trentino. Inoltre mi tornava sempre in mente la situazione dei miei nonni che mi raccontavano come, durante la guerra, grazie all'agricoltura c'era povertà ma almeno non si pativa la fame. La commercializzazione di prodotti alimentari o agricoli era però piuttosto complessa, e così mi sono avvicinata al mondo dei macchinari agricoli che, nonostante la crisi, è in crescita. In un primo tempo ho sperato anche di poter accedere ai contributi riservati all'imprendotoria giovanile e al femminile, ma purtroppo non sono riuscita ad avere neppure un euro: e questo in effetti mi ha deluso un po'. Poi però le cose sono andate bene ed ora abbiamo parecchie commesse».
Chi sono i vostri clienti? E i vostri fornitori?
«I trentini, a dir la verità, sono ancora piuttosto diffidenti nei confronti dell'e-commerce: telefonano, si informano, ma poi vorrebbero vedere e toccare con mano le macchine agricole prima di comperarle. Ecco perché il prossimo passo sarà quello di aprire un magazzino - espositore in zona: ho già trovato alcuni locali adatti ma ora devo decidere bene dove sistemarlo. Di contro, un sito che ha sede in Trentino, e che quindi si presenta come affidabile, gode di un'ottima reputazione nel resto d'Italia! Solo pochi giorni fa abbiamo consegnato un mulino miscelatore a Catanzaro e uno scavapatate in Val d'Aosta.
«Quanto ai fornitori, ci sono circa cento ditte, tra cui alcune anche della nostra regione, tutte rigorosamente italiane, ed in più un'azienda cinese per poter andare incontro alle esigenze di chi dispone di un budget più basso. Riusciamo a proporre i prodotti a circa un 10 - 15 per cento in meno rispetto ai prezzi del negozio, proprio perché si fa tutto on line. Certo, se uno vuole venire qui in sede e conoscerci di persona, va benissimo, ma poi almeno fin quando non apriremo un magazzino, non ci sono prodotti da vedere»:
Come vi fate conoscere?
«Sia potenziando la pubblicità on line che andando sul posto, per esempio visitando le cantine in questo periodo della vendemmia: sia a Toblino che a Mori abbiamo registrato un grande interesse. Ora il sito, in italiano, inglese e tedesco, vende in tutta Italia e anche all'estero, in Olanda e in Germania, e sono arrivate richieste da Cipro, dalla Russia e dal Nord Africa. Le visite al sito sono un migliaio al giorno, che non sono molte, ma l'idea è proprio di allargare l'utenza: comunque quando si cercano certi prodotti, agriland24 è ormai sulla prima pagina di Google.
La scuola prepara?
«Ci sono alcui esempi buoni, con gli stagisti che sono stati qui dall'Iti Marconi o dall'Università di Trento, ma più in generale in Italia siamo sempre in ritardo, io sono già in ritardo, perché l'e-commerce è già superato ed è ora il tempo dei marketplace, come Amazon. La scuola dovrebbe stimolare la creatività e invece purtroppo spesso la ammazza: diciamo che le energie ci sono, ma per valorizzarle al meglio la strada è ancora lunga».