«La Provincia sul vallotomo gioca con la vita della gente»
Dopo la protesta la «Tribù delle Fratte» di Mori, che si oppone allo sbancamento dei terrazzamenti e alla realizzazione di una mUraglia a valle (progetto sposato da Comune e Provincia), torna a criticare le istituzioni pubbliche.
«In tante e tanti, di Mori e di altre parti del Trentino, non hanno ceduto alla paura. In tante e tanti hanno visto con i propri occhi cos’è la “sicurezza” per Provincia e Comune. Là dove c’erano dei bellissimi terrazzamenti, difesa naturale contro la caduta di massi, ora c’è un grande scivolo di terra. Invece di rafforzare ciò che l’opera secolare di protezione aveva già realizzato, si spiana tutto» si legge in una nota.
«Ed eccoci ora nella fase di massima insicurezza. Con il diedro non ancorato, le fratte distrutte, i lavori per il vallo tomo che dureranno mesi e la gente nelle case. In caso di crollo improvviso della roccia (eventualità che sia il “super esperto” incaricato dalla Provincia sia un geologo della Protezione civile non escludono), i massi non incontrerebbero nessuna barriera. Rifiutarsi di fissare il diedro e affidarsi a dei monitoraggi per far scattare l’allarme significa giocare con la vita delle persone».
I cittadini anti-vallotomo hanno annunciato un nuovo incontro pubblico: lunedì 20 febbraio alle 20.30 presso l’auditorium di Mori.
«Rassegnarsi ora - scrivono - sarebbe imperdonabile. Per decidere come continuare, forti della giornata di domenica, c’è bisogno di confronto, di ascolto, di proposte».
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