Guida dopo aver fumato, la patente è salva
Il documento sospeso per 16 mesi è stato restituito
Si è visto sospendere la patente di guida per 16 mesi a causa di uno spinello fumato con gli amici e, oltre ad essere stato appiedato, ha avuto l’ordine di presentarsi con una certa regolarità alle visite specialistiche al centro per le tossicodipendenze. È stato questo l’epilogo non certo edificante di una serata passata a divertirsi in compagnia e interrotta sulla via di casa dai carabinieri.
Il giudice di pace, però, ha accolto il ricorso ed ha condonato la pena accessoria restituendo il documento di guida, e ovviamente la possibilità di condurre il veicolo, ad un giovane alense pizzicato ad un posto di controllo. Il ragazzo, in verità, era già stato assolto in tribunale dall’accusa di aver guidato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ma la pena accessoria, e soprattutto l’ordinanza del commissariato del governo, gravavano ancora su di lui. Per questo ha presentato opposizione e, come detto, la giudice Paola Facchini gli ha dato ragione.
Il gruppetto di amici stava viaggiando a bordo di un’utilitaria quando a Chizzola è incappato in un posto di controllo dei militari dell’Arma. Che hanno sottoposto il conducente alla prova dell’etilometro con esito positivo. I carabinieri, però, si sono accorti che pure i tre passeggeri apparivano in un evidente stato psicofisico alterato e così hanno provveduto ad ispezionare la macchina. E nell’abitacolo è spuntato un «tritagangja» (uno strumento particolare per macinare tabacco e marijuana). Non solo, in tasca il guidatore aveva un rullino fotografico vuoto dal quale fuoriusciva proprio odore di marijuana.
Alle precise domande dei militari i quattro giovani hanno ammesso parzialmente di aver fatto uso di sostanze stupefacenti. Sono stati così accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria del Carmine per gli accertamenti del caso. Che, anche in questo caso, sono risultati positivi. Gli esami delle urine e del sangue, infatti, hanno confermato l’assunzione di cannabinoidi. L’autorità amministrativa ha provveduto quindi alla sospensione cautelare della patente per 16 mesi.
Il guidatore, però, contesta il fatto addebitato. In particolare le modalità con cui sono stati effettuati gli esami ematici e delle urine. Ha pure evidenziato che non vi sarebbe stata la prova certa che stesse guidando sotto effetto di sostanze stupefacenti. L’iter giudiziario ha poi seguito il proprio corso arrivando fino al processo con il tribunale che, però, ha assolto l’imputato proprio dall’accusa di aver condotto l’automobile da «fumato». Successivamente la corte d’appello di Trento ha confermato la sentenza di assoluzione. Per cancellare anche la sanzione accessoria, il ragazzo si è rivolto infine al giudice di pace che, come detto, ha annullato l’ordinanza del commissariato del governo.